A differenza del romanzo, nel quale la conoscenza dell’autore è sinonimo di garanzia, affrontare un libro di racconti di autori diversi è un percorso pieno di incognite. Infatti spesso si tratta di antologie piene di racconti tanto decenti quanto prescindibili, tutto sommato ben scritti ma un po’ anemici, deboli che non bruciano e non lasciano il segno. Insomma un terno al lotto (e mai definizione è stata più appropriata trattandosi di un libro ambientato a Napoli).

Pertanto, quando alla fine di un libro di racconti, ti accorgi che la lettura di esso è risultata un esercizio di godimento intellettuale, apprezzabile per la sua sincera umiltà (valore quanto mai eccentrico in tempi di esibizionismo coatto) e per la semplice bellezza delle trame ben svolte, allora non puoi che spendere elogi per chi ha promosso questa iniziativa: l’Associazione NapoliNoir con la sua prima pubblicazione collettiva “C’è un sole che si muore. Racconti gialli e neri da Napoli e dintorni”, volume curato da Diana Lama e Paolo Calabrò, edizione Il Prato 2016.

Un progetto interessante e ambizioso grazie al quale la buona letteratura torna prepotentemente in auge nel Sud d’Italia e ci fa scoprire undici talentuosi scrittori che ci raccontano le molte storie che crescono dentro l’estate, all’ombra o meglio al caldo di una metropoli “sui generis” .

Una Napoli protagonista con le sue contraddizioni, la sua verbosità e il suo sorriso ma anche con la sua miseria. Il ritratto di una città per nulla appiattita sugli stereotipi contemporanei, narrata senza retorica ma con semplicità e immediatezza.

I personaggi delle storie rigorosamente gialle, sono protagonisti spesso di un film in bianco e nero in perfetto equilibrio fra minimalismo ed epicità senza che ogni singolo autore conceda nulla all’uno o all’altra, ma in grado di restituircene tutta l’umanità possibile: investigatori privati dal magro lunario in un turbine di intrighi, ambigue feste notturne, pupe facili e bulli di cartone, uomini alla deriva colti in un momento ordinario della loro esistenza.

La realtà sfugge, come è giusto che sia, e ogni racconto che si rispetti è un inevitabile tradimento, “ma questo è il giallo, Bellezza!”

Il giallo, come il tradimento e l’incostanza, legittima l’amore e l’adulterio che lo rompe (Daniele Del Giudice)

Inutile stabilire una graduatoria di merito, nulla aggiungerebbe al lavoro degli scrittori presenti, tutti concorrono con i propri mezzi e le proprie capacità a regalarci una soddisfatta lettura (anche se non avrebbero guastato due note di presentazione degli autori).

Con “C’è un sole che si muore” abbiamo scoperto autori che citiamo in rigoroso ordine di presentazione (Diana Lama, Paolo Calabrò, Luciana Scepi, Ugo Mazzotta, Sibyl von der Schulenburg, Francesco Costa, Vittorio del Tufo, Piera Carlomagno, Alessandra Pepino, Riccardo Fabrizi, Diego Lama) e che vanno consigliati non solo a tutti gli appassionati del noir ma a tutti coloro che amano leggere.

Curatori: Diana Lama, Paolo Calabrò
Titolo: C’è un sole che si muore
Editore: Il Prato Edizioni
Anno: 2016