Miriam è Malika, una bambina rom cresciuta in Germania. All’epoca della Seconda Guerra Mondiale, durante il violento, angoscioso e fatale viaggio in treno verso Auschwitz, la piccola Malika trova e indossa la divisa da prigioniera di un’ebrea di nome Miriam, morta sul suo stesso vagone poco prima, e ne assume l’identità.

Majgull Axelsson, nota giornalista svedese, racconta attraverso gli occhi di Miriam/Malika la storia di un popolo che ha visto la morte di almeno mezzo milione di persone appartenenti alla propria etnia, nei campi di concentramento nazisti. Dagli esperimenti del dottor Josef Mengele alla rivolta contro i soldati delle SS negli Zigeunerlager di Auschwitz, le percosse, le malattie, i lavori forzati, la fame: Miriam reagisce cercando di dimenticare queste atrocità della guerra una volta arrivata a Jönköping, una città svedese della provincia dello Småland, dove la corpulenta e materna Hanna si prenderà cura di lei.

Il romanzo alterna il passato tormentato della piccola Miriam con il presente, dove una Miriam ormai anziana narra alla nipote Camilla quello che è accaduto negli anni dello sterminio, svelando per la prima volta di essere una rom.

La narrazione è fluida, dialoghi e azioni descrivono luoghi e personaggi, in uno stile asciutto che ricorda proprio quello giornalistico. Il senso di colpa provato da Miriam, che sente di aver rinnegato le proprie radici per sopravvivere, viene messo in risalto in ogni capitolo del libro: chi subisce violenza non si concede di provare felicità, leggerezza ed entusiasmo senza sentirsi in difetto, ogni giorno della propria vita. Ecco dove sta la diversità tra Miriam e la famiglia acquisita di Jönköping.

Il libro è lungo 576 pagine: il formato originale di Iperborea ne agevola la lettura e la bravura della scrittrice, e della traduttrice Laura Cangemi, catturano l’interesse del lettore. Nonostante questo, la corposità di una narrazione ricca di avvenimenti e dettagli mette a dura prova la costanza anche dei lettori più determinati. Noi questo lo riteniamo positivo, per un ritorno a una letteratura impegnata, sia dal punto di vista contenutistico che stilistico.

Autore: Majgull Axelsson
Titolo: Io non mi chiamo Miriam
Titolo originale: Jag Heter Inte Miriam
Traduzione: Laura Cangemi
Editore: Iperborea
Anno: 2016