L’avrebbero potuta chiamare semplicemente “intervista” (o come indicato nella breve prefazione “intervista letteraria”), ma sarebbe stata una parola poco esaustiva e troppo ordinaria per una come Amélie Nothomb. Difatti, è stato scelto il termine “conversazione”, vale a dire, come dice la nota scrittrice, tra le più amate del nostro tempo: «un incontro tra esseri umani per parlare».

La bocca delle carpe. Conversazioni con Amélie Nothomb è il libro/conversazione nel quale dell’autrice belga emerge tutta l’eccentricità – nello scrivere, nell’eloquio e, non ultimo, nel modo di vestire mai scontato – che, tra l’ultimo segmento del XX secolo e il primo dell’attuale, ha conquistato milioni di lettori (16 sono i milioni di copie vendute nel mondo, come suggerito dalla quarta dell’opera) e, grazie a Voland Edizioni, ha catturato l’attenzione anche del pubblico italiano.

In questa conversazione con Michel Robert, scrittore e amico dell’autrice, scopriamo la Nothomb nell’intimità delle esperienze che l’hanno condotta a essere la donna che è oggi. Conversazioni tenute per strade, nei caffè, tra le mura delle dimore dell’interrogante e dell’interrogata.

Un vis-à-vis, una successione di incontri lunga sei anni – dal 1995 al 2001 – e sparsa per la Cina, il Giappone – paese in cui è nata nel 1966 e ha trascorso gran parte dell’infanzia –, il Bangladesh, gli Stati Uniti, il Belgio.

La Nothomb si apre al suo intervistatore, e di riflesso al suo pubblico, raccontando degli anni della gioventù, dei rapporti non felici con giornalisti, amici e fans (o presunti tali) e della loro evoluzione dopo aver raggiunto il successo, della nera parentesi alle prese con l’anoressia e soprattutto della scrittura, del suo bisogno di scrivere almeno quattro ore al giorno, non appena sveglia.

«– Ci sono giorno in cui non ha voglia di scrivere?

– No, mai! Ci sono giorni in cui lei ha voglia di non essere innamorato? Giorni in cui non ha voglia di respirare?»

Sempre sulla scrittura l’autrice belga sottolinea la necessità di aver letto molto, avere alle spalle una carriera più lunga da lettori che da scrittori.

Durante tutto il corso della conversazione emerge la grande sintonia amicale tra intervistatore e intervistato, un rapporto di stima e fiducia che permette un confronto senza barriere e senza quei timori reverenziali e quelle diffidenze che possono intercorrere tra chi domanda e chi risponde.

«Terminata la conversazione, mentre sono nell’ingresso, mi dice: – Credeva che mentissi? È buffo, da quando ho quattro anni e mezzo tutti pensano che io menta, ma non è così…»

La bocca delle carpe. Conversazioni con Amélie Nothomb è un’opera essenziale per conoscere in fondo – o perlomeno nei dintorni, considerando, tra l’altro, che le conversazioni risalgono a due decenni fa – una delle penne più influenti del nostro tempo.

Autore: Michel Robert
Titolo: La bocca delle carpe. Conversazioni con Amélie Nothomb
Traduttore: Sara Manuela Cacioppo
Editore: Voland Edizioni
Pagine: 128
Anno: 2019