«La figlia femmina» è l’esordio della catanese Anna Giurickovic Dato, pubblicato da Fazi Editori. Un libro che disturba e che ti avviluppa; una carta moschicida, che ti tiene incollata alle pagine e ti trascina in un vortice conturbante, morboso e allo stesso tempo fastidioso e affascinante. La vicenda ruota attorno alle vita di Maria – la figlia femmina che dà il titolo al libro – ai genitori Giorgio e Silvia.

Due luoghi (Rabat, in Marocco, e Roma), due epoche diverse (con Maria bambina e poi appena adolescente), raccontati in prima persona dalla mamma di Maria, in un continuo mescolarsi di passato e presente.
Bastano poche pagine per incontrare l’evento che cambia per sempre le vite dei protagonisti: Maria è vittima delle attenzioni pedofile e incestuose del padre. L’unica a non accorgersene è mamma Silvia. Il cambiamento di carattere di Giorgio e il suo progressivo isolarsi – roso dalla sua insana passione – non destano in lei nessuna particolare domanda. Anche le reazioni di Maria, la sua insonnia, la sua apatia, i suoi propositi autopunitivi, vengono derubricati a “stranezze” e nulla di più.

Sembra che tutto quello che accade tra le mura di casa sia avvolto da una nebbia che non permette di definire i contorni della vicenda. Colori, profumi e cultura marocchina restano fuori e non intaccano i segreti della famiglia italiana, che si trova a Rabat perché Giorgio è un diplomatico.

Un nuovo colpo di scena, il trasferimento a Roma e un nuovo uomo, Antonio, a fianco di Silvia, squarciano però nuove inconfessabili verità. La cena organizzata da Silvia per far conoscere Antonio e Maria è un vero e proprio incubo, vissuto da Silvia in uno stato di trance.
Maria è trasformata: la ragazzina insicura e scontrosa lascia il posto ad una moderna Lolita. E’ in queste pagine che Anna Giurickovic Dato dà il meglio di sé. Allude senza svelare, solletica gli angoli più inconfessabili della psiche senza compiacere. Tutte le pseudo-certezze emerse prima vacillano. Maria è vittima o carnefice? Giorgio era solo un mostro? Silvia era veramente all’oscuro?

«Tutti ti crediamo».
«Tu non mi crederesti mai».
«A cosa non dovrei credere, Maria?».
«Che io sono un diavolo».
«Tu sei un angioletto, sei una bimba».
«Non è vero. Io il diavolo ce l’ho qua». Si alzò in piedi e si indicò il petto. «Ma non lo so chi ce l’ha messo, ci sono nata così».

Sarebbe stato facile cedere a tentazioni voyeuristiche o a allusioni sessuali più esplicite. Anna Giurickovic Dato affronta invece un tema così scabroso con maestria. Riesce, in questa sua opera prima, a far vedere in controluce i nodi più oscuri dell’animo umano, la fragilità dei rapporti familiari, le difficili dinamiche tra genitori e figli. Da leggere.

Autore: Anna Giurickovic Dato
Titolo: La figlia femmina
Editore: Fazi Editore
Anno: 2017