Ci sono un pornoattore caduto in disgrazia, un travestito proprietario di una pensioncina e una misteriosa donna che si concede un’ora di sesso a pagamento ogni martedì. Sembra l’inizio di una commedia all’italiana, di una barzelletta scollacciata: sono invece i protagonisti della “Signora del martedì“, esilarante e allo stesso tempo triste e drammatico romanzo del padovano Massimo Carlotto, edito da edizioni e/o.

I personaggi non sono supereroi, senza macchia e sanza paura. Bonamente Fanzago è un pornoattore costretto al ritiro anticipato dalle scene a causa di un ictus, che come conseguenza gli ha lasciato improvvisi momenti di commozione, con pianti a dirotto, proprio mentre è impegnato sul set.

Vive in una pensioncina – gestita dal signor Alfredo, un attempato travestito – perché non vuole avere una casa propria e una famiglia. Qui arrotonda facendo lo gigolò. Niente rapporti duraturi, finché non si innamora della signora del martedì: una cliente che – per nove anni di fila, dalle quindici alle sedici – usufruisce delle sue “prestazioni”. Di lei non conosce niente: né il nome né il passato.

Ma è Alfredo, che prova un istinto quasi paterno (o materno…) nei confronti di Bonamente a mettersi a indagare per risalire all’identità della signora del martedì. Da quel momento l’escalation degli eventi è impetuosa. E viene alla luce il vero tema del libro, quello della pervasività dei social nella vita quotidiana: essere condannati on-line ormai è peggio della sentenza di un tribunale. Non c’è più giudizio critico, analisi, non ci si affida a chi deve amministrare la giustizia. Una etichetta appiccicata on-line resta per sempre, rovina per sempre. Non esiste – è il caso della signora del martedì – un diritto all’oblio, la possibilità di rifarsi una vita.

Sono tre personaggi ai margini, vittime sacrificali di un sistema che infierisce sui deboli e gli indifesi.

“Ogni giornalista si innamorerebbe di voi, i personaggi perfetti di quelle vicende di cronaca nera che si trascinano negli anni. E in questa società basata sullo sberleffo feroce diventereste il motore infinito di battute e fotomontaggi condite con tante faccine che si sganasciano.”

Con un linguaggio scoppiettante, con sarcasmo e inventiva, Carlotto realizza un noir che è anche di denuncia sociale. Pregevole l’idea di parlare di Alfredo al femminile, creando un cortocircuito lessicale distintivo: “Alfredo era abbonata a un club che proponeva un catalogo di libri”… “Il signor Alfredo non si era mai lamentata di quelle camere vuote”… “Il piano sfumò non appena vide il signor Alfredo, vestita di nero, seduta al tavolo della reception…”.

Con leggerezza e con spirito dissacrante, resta comunque un fondo di tristezza, per una realtà che sfugge ormai ai canoni del vivere civile e si alimenta di voyeurismo e ignoranza.

Titolo: La signora del martedì
Autore: Massimo Carlotto
Editore: edizioni e/o
Anno: 2019
Pagine: 212