All’inizio delle vacanze natalizie, dopo tanti libri italiani e tanti gialli, cercavo una storia densa, appassionante e profonda. Un consiglio sbagliato mi aveva portato su un libraccio new-age ambientato in Birmania. Poi, pochi giorno dopo, per caso, il primo segno che tra il 2020 e il 2021 le cose dovessero cambiare: mi è capitato tra le mani “L’ottava vita – per Brilka” della scrittrice georgiana Nino Haratischwili, edito in Italia da Marsilio.
Millecentoquarantotto pagine finite troppo presto! Una saga familiare che, dal 1917 ai giorni nostri, attraversa un secolo di storia attraverso le vicende della famiglia Jashi. Un libro per ogni personaggio: Stasia (nata nel 1900), Christine, Kostja, Kitty, Elene, Daria, Niza (la voce narrante) e appunto Brilka, nata nel 1993.

La scheda dell’editore aiuta a definire i contorni della vicenda: la famiglia Jashi deve la sua fortuna (e la sua sfortuna) a una preziosa ricetta per una cioccolata calda molto speciale, destinata a essere tramandata di generazione in generazione con una certa solennità. Gli ingredienti vanno maneggiati con cura, perché quella bevanda deliziosa può regalare l’estasi, ma porta con sé anche un retrogusto amaro…

Al tempo degli ultimi zar, Stasia apprende i segreti della preparazione dal padre e li custodisce nel lungo viaggio che, da una cittadina non lontana da Tbilisi, in Georgia, la porta a San Pietroburgo sulle tracce del marito, il tenente bianco-rosso arruolatosi pochi giorni dopo le nozze. È convinta che quella ricetta, come un amuleto, possa curare le ferite, evitare le tragedie e garantire alla sua famiglia la felicità. Ma allo scoppio della Rivoluzione d’ottobre, quando il destino della stirpe degli Jashi cambierà per sempre, capirà che si sbagliava.

La ricetta della cioccolata calda è un pretesto per raccontare le scelte, spesso sbagliate, di persone a tu per tu con il proprio destino. Ogni personaggio ha i propri sogni, ha forza e debolezza. Le vicende si intrecciano con la storia: la Russia, Stalin, Berja, la Georgia… E poi i conflitti mondiali e la guerra fredda, l’avvicendarsi dei segretari del PCUS e i funzionari del KGB, i viaggi e le fughe tra Mosca, Vienna, San Pietroburgo e Londra, Gorbaciov, la caduta del Muro…

Non c’è invenzione nella ricostruzione dei passaggi cruciali del Secolo rosso russo. L’intreccio è possente, fittissimo ma contemporaneamente lineare. Non ci si perde mai e – caso più unico che raro – non si fa mai confusione tra le tante figure della famiglia Jashi e di chi ruota loro attorno.

Haratischwili disegna e distingue in modo nitido Stasia, Christine, Kitty o Daria, i loro sentimenti, le loro scelte di vita o d’amore, la loro ricerca della libertà. Non è un romanzo femminista, ma è scritto da una donna che racconta di altre donne. Ed emerge senza bisogno di rivendicazioni l’orrore di un regime e di un mondo in cui le donne erano comunque considerate inferiori, le cui vite erano in mano a uomini cinici, potenti, violenti. Ne escono male quasi tutti, a partire dall’unico membro della famiglia Joshi che meriti uno dei libri per sé, Kostja.

Spettacolari i personaggi di contorno: spiccano Amy, Fred, Giorgi, coprotagonisti credibili e importanti per l’evolvere della vicenda. Mentre è proprio difficile scegliere una donna Jashi rispetto alle altre. Da Stasia, che muore a 99 anni circondata dai fantasmi che le avevano fatto compagnia durante tutta la sua vita a Christine, una delle prime vittime della Storia, da Kitty e le sue canzoni a Daria e i suoi occhi dal colore diverso. Si parteggia per tutte, ci si affeziona e si vive con loro.

Merita tutti i premi che sta ricevendo, “L’ottava vita (per Brilka)”. È un libro poderoso, commovente, appassionante, un inno all’amore e alla libertà.

Titolo: L’ottava vita (per Brilka)
Titolo originale: Das achte Leben (Fur Brilka)
Autore: Nino Haratischwili
Traduttore: Giovanna Agabio
Editore: Marsilio
Anno: 2020
Pagine: 1148