Guylain Vignolles svolge il lavoro più brutto che un lettore possa immaginare: azionare la Zerstor 500 (meglio nota come “la Cosa”), il mostro divoratore che risiede al centro della fabbrica e riduce i libri in poltiglia grigia. Per il riciclo, certo, ma senza alcuna pietà per la parola scritta.

Eppure qualcosa riesce a fuggire a questa furia distruttrice: ogni giorno alcune pagine rimangono intrappolate nell’unico spazio innaccessibile ai getti d’acqua. Sono le “pelli vive”, che, in un gesto di ribellione nei confronti della fabbrica che lo opprime, Guylain raccoglie e porta a casa con sé.

Ogni mattina, sul treno delle 6.27 le pagine salvate rinascono e Guylain diventa per tutti “il lettore”. Si siede nello strapuntino, tira fuori i fogli dalla cartella e comincia a leggere a voce alta. Sono brani scollegati fra loro, frammenti di storie che i passeggeri attendono con impazienza e che alla fine del viaggio Guylain abbandona sul sedile, affinché non tornino al “fracasso devastatore” a cui sono fuggite.

Così come le parole, su quel treno parigino anche Guylain, che ha trascorso tutta la vita a perfezionare l’arte di scomparire per non essere oggetto delle prese in giro altrui, torna a esistere. E proprio in uno di questi viaggi, il lettore trova il racconto che gli cambierà la vita: rinchiusa in una “comune chiavetta USB rosso granata” c’è Julie, ragazza dei bagni in un centro commerciale parigino, sognatrice e appassionata scrittrice.

Improvvisamente la fabbrica è un po’ meno opprimente, il padrone un po’ più sopportabile, il treno più in orario: trovare Julie diventa una missione.

“Un amore di carta” è uno di quei libri rari, quelli che se il regionale delle 18.10 si ferma improvvisamente in mezzo al nulla sei felice perché hai più tempo per leggere, un piccolo racconto prezioso da leggere tutto d’un fiato col sorriso stampato in faccia. È un omaggio ai libri, al potere della parola scritta, in grado di dare un senso alla vita e di trasformare la realtà, anche solo per un attimo, ma è anche una storia di cambiamenti e di speranza, perché, come dice Guylain:

“Per quanto se ne sia convinti, niente è mai definitivo nella vita. Anche un numero sgraziato come 14.717 un giorno potrebbe imbellirsi, a condizione che gli si dia una mano”.

E voi cosa aspettate a lasciarvi travolgere dalle parole di Jean-Paul Didierlaurent?

Autore: Jean-Paul Didierlaurent
Titolo: Un amore di carta
Titolo originale: Le Liseur du 6H27
Traduzione: Balmelli Maurizia
Editore: Rizzoli
Anno: 2015