I mercanti dell'Apocalisse - L.K. BrassL.K. Brass, pseudonimo adottato dall’autore del financial thriller “I Mercanti dell’Apocalisse” (Giunti), si definisce “lettore appassionato del genere thriller” e, nonostante l’evidente expertise nell’ambito dei sistemi finanziari  e delle tecnologie informatiche, si dice soprattutto interessato a dare ai propri lettori quello che di solito tutti cercano in un buon libro: una storia che appassioni e che coinvolga fino alla fine.

Come abbiamo già avuto modo di scrivere, I Mercanti dell’Apocalisse non solo raggiunge questo obiettivo, ma ci fornisce una chiave importante per comprendere qualcosa in più del momento storico che stiamo vivendo. Per questo, proprio adesso che la Storia con la maiuscola sembra essere più che mai un’entità immanente nelle nostre vite, abbiamo deciso di rivolgerci direttamente all’autore per conoscerlo un po’ meglio, chiedergli dei suoi progetti e di ciò che, a suo parere, ci riserva il futuro nei prossimi mesi.

Signor Brass, a leggere le note biografiche che la riguardano viene subito da chiedersi cosa ha spinto un ingegnere specializzato in tecnologia nucleare e informatica applicata, che ha lavorato per molto tempo come consulente per i sistemi informativi finanziari, verso una carriera letteraria. È sempre stato questo il suo sogno?

Non parlerei di carriera letteraria, ma solo di grande passione per la lettura, con una propensione per il genere thriller. Associo la parola “carriera” al lavoro, mentre lo scrivere è un grande piacere e un divertimento. Pubblicare e promuovere invece sono l’altro lato della medaglia, che mi fa preferire di gran lunga il mio lavoro.

Non userei nemmeno la parola “sogno”, anche se è da una decina d’anni che accarezzavo l’idea di scrivere un romanzo. Gli impegni lavorativi erano tanti e la convinzione che scrivere un romanzo fosse un’impresa difficile mi ha tenuto lontano da sperimentazioni. Quando il bisogno è diventato impellente, ho dedicato quattro mesi alla scrittura del primo romanzo e sono rimasto sorpreso. Le parole fluivano senza fatica…

I Mercanti dell’Apocalisse è frutto della rielaborazione di una prima versione del libro auto-pubblicata con Amazon e molto apprezzata dai lettori. Si aspettava questo successo di pubblico per un libro che appartiene al genere del thriller finanziario?

Se devo essere sincero, ci contavo. Ho scelto l’argomento non solo per esordire narrando di qualcosa che conosco bene, ma soprattutto perché oggi la finanza è presente ovunque e tutti ne siamo toccati. Non parlo solo dei nostri investimenti o dei mutui. Anche quando facciamo il pieno di benzina e compriamo del pane ne siamo toccati. La finanza ha negoziato innumerevoli volte petrolio e farina prima che le comprassimo noi. Le manipolazioni dei mercati non ci toccano solo quando le azioni o le obbligazioni di una banca divengono carta straccia.

Devo anche confessare di aver lavorato molto sull’aspetto “thriller”, per compensare l’inesperienza di un esordiente. In genere sono molto autocritico su tutto quello che faccio. Ho chiesto molti pareri e ho rivoltato più volte la prima stesura. Prima di auto-pubblicarmi ho anche fatto sottoporre a editing l’opera, un passo irrinunciabile per garantire la qualità di una pubblicazione. Solo a questo punto ho affrontato il giudizio del pubblico.

Con questo libro lei riesce nell’impresa di rendere più accessibile un mondo considerato “ostico”, lontano dalla vita delle persone comuni. Il prossimo capitolo della trilogia continuerà su questa linea aiutandoci a capire meglio anche fatti più recenti nell’ambito economico-finanziario?

Tutta la trilogia è basata sulle manipolazioni dei mercati finanziari. Nasce ancorata ai programmi di sostegno varati dalla BCE dal 2011 a oggi, ma le radici risalgono a eventi precedenti. Ce ne sono stati molti, tutti drammatici e che hanno scosso brutalmente i mercati finanziari.

La crisi finanziaria dei subprime è un esempio perfetto, perché ha generato un lungo periodo d’incertezza. Le conseguenze sono state micidiali e le sentiamo ancora oggi. Nel suo strascico, la crisi del debito sovrano e l’esplosione degli spread forse è stata meno drammatica e mediatica, ma sono convinto che i veri mercanti dell’Apocalisse ci siano andati a nozze.

Già nel secondo romanzo, Fine dell’Oblio, vengono alla luce dei collegamenti con molti di questi eventi.

Al di là delle questioni più tecniche, l’umanità e l’empatia che ispirano i personaggi sono aspetti molto forti nel suo libro. Tutti vorremmo sapere, ad esempio, se Daniel ritroverà Anna e se riuscirà mai a spiegare a sua figlia il motivo delle sue azioni… Può darci anche solo una piccolissima anticipazione?

Se Daniel ritroverà Anna non è un’anticipazione. Fine dell’oblio, il secondo episodio già pubblicato, risponde anche a questa domanda.

Per quanto concerne Isabel, la figlia di Daniel, bisogna aspettare. Succederà però qualcosa di molto diverso da quanto ci si può aspettare. Chi legge attentamente “I mercanti dell’Apocalisse” lo può intuire.

Abbiamo notato che I Mercanti dell’Apocalisse ha spesso un andamento narrativo che ricorda quello cinematografico, permettendoci quasi di “vedere” proiettate nella nostra mente le immagini che lei descrive. È un effetto cercato o le è venuto, per così dire, “naturale”?

Me lo dicono anche molti lettori. Non l’ho fatto in modo cosciente. Penso mi sia naturale perché ho un’abitudine che risale alle mie prime letture. Ho sempre visualizzato e di conseguenza vissuto intensamente tutto quello che leggevo. Il primo libro che ho letto, quando avevo sei anni, è stato “Memorie di un pulcino” di Ida Baccini. Mi ricordo ancora l’ambientazione in modo vivido e quanto l’abbandono del pollaio mi avesse scosso. Nemmeno i film mi coinvolgono tanto quanto la lettura. Deve essere una caratteristica ben radicata in me e non influenzata da abitudini o fattori esterni: fino a circa dieci anni i miei genitori non hanno voluto la TV in casa. Con la scrittura sono ancora più vicino alla narrazione, potrei quasi dire di aver visto il film prima di scrivere e questo potrebbe spiegare il mio stile.

Quali sono i suoi punti di riferimento letterari? Ha un autore o più autori che predilige?

Fatherland di Robert Harris. Quando ho letto la sinossi, mi sono subito detto “era da anni che desideravo leggere qualcosa del genere”. Mi affascinano proprio le trame radicate nella storia – ipotetica o reale – e i collegamenti che emergono progressivamente dal passato. Nel caso di Fatherland, Robert Harris è riuscito a fare un triplo colpo da maestro: l’origine dell’enigma, l’ambientazione nel mondo cupo scaturito dalla mente di Hitler e non da ultimo il personaggio principale. Anche se il contesto storico era inventato, ci è voluta un’abilità straordinaria per creare una figura positiva partendo da un ufficiale delle SS.

Ora non posso non chiederle cosa pensa che accadrà in Europa nei prossimi mesi relativamente alla Brexit…

Per nostra fortuna, ritengo non accadrà molto. Gli effetti della Brexit saranno riassorbiti poco a poco, anche perché tutti hanno l’interesse di continuare a cooperare e commerciare liberamente, anche se sotto un’altra etichetta. A dire il vero, per molte questioni importanti, non ho visto molto che si possa definire una forza unica e compatta.

Mi preoccupa piuttosto quello che sembra più unico e compatto: la moneta. L’euro racchiude così tante tensioni da sembrare quasi la moneta ideale per i mercanti dell’Apocalisse. Sono convinto che non sia sfuggita alla loro attenzione, ma dobbiamo ancora capire dove i profitti dei mercanti si sono trasformati in costi per tutti noi.

Voglio accennare ai miei timori di fondo e ai costanti precedenti negli ultimi duemila anni di storia.

I governi di quasi tutti i paesi e in tutti i periodi storici hanno sempre mostrato una grande predisposizione all’indebitamento. Neanche a farlo apposta, hanno spesso utilizzato lo stesso metodo per risanare le loro finanze: distruggere il valore della loro moneta, cioè annichilire quanto i cittadini avevano prestato loro.

Stiamo facendo tutto su scala globale con un’efficienza mai raggiunta. Stiamo riscaldando il mondo e gli stati si stanno indebitando su scala finora ineguagliata.

Se guardiamo l’evoluzione del vero potere d’acquisto di una moneta giovane come l’euro – non quello delle statistiche ufficiali, ma quello reale – capirà perché mi preoccupo.

Comunque posso rassicurarla, nel terzo romanzo non sarà l’euro a trovarsi al centro delle sgradite attenzioni dei mercanti dell’Apocalisse.

Ecco, adesso è giunto il momento di svelarci – se vuole – il libro sul comodino di L.K.Brass…

Il mio comodino trabocca, perché in libreria non riesco a trattenermi. Alla fine però leggo tutto quanto acquisto. Confesso di avere un’abitudine un po’ strana. Ho spesso due opere in lettura contemporanea. La prima, che leggo più lentamente, in questo momento è “La guerra non ha un volto di donna” di Svjatlana Aleksievic. L’altra invece la scelgo nel genere che più mi piace e quindi la divoro. In questo momento sto rileggendo, nella stessa sequenza in cui sono stati scritti, tutti i romanzi della serie di Lee Child su Jack Reacher.

Autore: L.K. Brass
Titolo: I mercanti dell’Apocalisse
Editore: Giunti
Anno: 2016