Record Store Day 2016L’ospite di questa intervista che celebra a nostro modo il “Record Store Day 2016” è lo scrittore e saggista musicale Salvatore Coccoluto, che abbiamo conosciuto e apprezzato durante le più recenti edizioni de La Fiera delle Parole, dove ha presentato alcuni dei suoi libri in ambito musicale. Tra pochi giorni uscirà in libreria la sua ultima opera, incentrata sulla cantante Rock italiana Gianna Nannini. In queste pagine trovi anche la nostra recensione di “Mia Martini. Almeno tu nell’universo“.
Ma a Salvatore Coccoluto piace scrivere di tanto altro, e ha pure un romanzo in cantiere…

Ti abbiamo conosciuto per i tuoi libri dedicati ai protagonisti della musica italiana. A cosa si deve questa tua “specializzazione”?

Nasce da una passione che mi porto dietro dall’infanzia, da quando a 6 anni ho cominciato ad ascoltare i vinili che avevo in casa. Sempre in quel periodo mi sono messo al pianoforte e ne ho appreso i rudimenti da autodidatta, per poi passare alla chitarra e alla creazione delle prime band di musica originale, che si sono sempre mosse tra rock, new wave e canzone d’autore. E ancora oggi mi diverto a suonare con un gruppo che fa rock demenziale.

Scrivi anche articoli per riviste e siti web, occupandoti non solo di musica, ma anche di enogastronomia e sport. Hai quindi molte passioni o ti appassiona più che altro scrivere

Ho tantissime passioni. Per questo motivo cerco di scrivere anche di altro, anche se la musica resta centrale nel mio percorso umano, letterario, giornalistico. Mi piacerebbe occuparmi di più di tennis, per esempio, ma il poco tempo a disposizione non me lo permette. È uno sport che ho praticato in adolescenza, anche a livello agonistico, e vi assicuro che racconta tanto dell’essere umano.

Curi un tuo sito web e un blog per un importante quotidiano. Dalla tua esperienza quanto è importante il proprio lavoro sul web oggigiorno?

Il web è il presente e il futuro della comunicazione. Oggi la notizia corre in Rete e arriva nelle case in tempo reale. È uno strumento fondamentale per condividere contenuti e quindi pubblicizzare il proprio lavoro. L’importante è non diventarne succube, perdendo di vista il piacere dei rapporti umani.

Tornando alle tradizioni: hai già pronto un romanzo nel cassetto?

Sì, sto lavorando a un romanzo. Non è ancora pronto, perché nel frattempo sto scrivendo un nuovo saggio che ripercorrerà la storia e il percorso musicale di un’altra grande artista della musica italiana. Dovrebbe uscire a maggio. Ovviamente voi sarete i primi a saperlo.

Quali sono le letture che hai amato maggiormente? C’è un libro preferito?

È difficile rispondere a queste domanda, mi servirebbe troppo spazio per riportare tutti i libri che ho amato. Cercherò di sintetizzare così: adoro l’intera produzione di John Fante, su tutti Full of life e La confraternita del Chianti; amo smisuratamente Ernest Hemingway, in particolare Per chi suona la campana; per due anni, dai 21 ai 23, ho letto tutto Charles Bukowski, facendomi travolgere da Post Office, Taccuino di un vecchio sporcaccione e Storie di ordinaria follia, nonché da tutte le sue poesie. Altri romanzi fondamentali sono La versione di Barney e Salomon Gursky è stato qui, entrambi dello scrittore Mordecai Richler, e Alta fedeltà di Nick Hornby. Poi tutta la produzione di Pasolini e I ventitré giorni della città di Alba di Beppe Fenoglio. Potrei continuare per ore…

Generalmente quali sono le tue abitudini di lettore? Come avviene la scelta dei libri da leggere?

Un tempo, vi parlo di circa vent’anni fa, ero spinto dalla voglia di conoscere tutta la letteratura, italiana e straniera, di sperimentare, di assorbire diversi stili di scrittura. Leggevo di tutto, anche libri improponibili, ma avevo più tempo a disposizione e potevo permettermi anche di sprecarlo. Oggi seguo l’istinto, la curiosità e i suggerimenti di amici di cui mi fido.

Attualmente quale o quali libri si trovano sul tuo comodino?

Ce ne sono due: I sette peccati di Hollywood, il primo lavoro di Oriana Fallaci, uscito nel 1958, in cui racconta la sua irruzione nell’inaccessibile microcosmo hollywoodiano; e poi la biografia romanzata di Eduard Limonov, scritta da Emmanuel Carrère.

Il libro più brutto che hai ricevuto in regalo e quello (brutto) che tu stesso hai regalato.

Anche dietro al libro più brutto, c’è il lavoro di qualcuno che magari ha buttato il sangue per scriverlo, pertanto non me la sento di farti un titolo. Ti posso dire quelli che mi hanno annoiato: Moby Dick di Melville, Herzog di Saul Bellow e Ogni cosa è illuminata di Jonathan Safran Foer.

Domandone finale: associa un grande classico della letteratura a De Gregori, Renato Zero, Franco Califano e Ivan Graziani e abbiamo finito.

Francesco De Gregori: Per chi suona la campana di Ernest Hemingway.
Renato Zero: Madame Bovary di Gustave Flaubert.
Franco Califano: Sulla strada di Jack Kerouac.
Ivan Graziani: 1984 di George Orwell.

Grazie Salvatore. Ricordiamo ai lettori dove possiamo seguirti on-line?

Le informazioni sulla mia attività le possono trovare sul sito www.salvatorecoccoluto.com. Grazie a te e a tutta la redazione di Piego di Libri.