Per essere un bestseller è un bestseller.

Ancora oggi se ne vendono nel mondo circa 80 milioni di copie l’anno. Circa quattro miliardi di copie negli ultimi 50 anni. Un libro sicuramente molto diffuso. Di certo non un libro disperso, non di difficile reperibilità. Essendone stranamente sforniti nella propria dimora basterebbe bussare al vicino per farsela prestare, insieme allo zucchero.

Eppure, pur essendo il Libro dei libri, è sicuramente meno letto rispetto al passato. Quando veniva considerato la Bibbia, per antonomasia. E ogni cosa che vi è scritta era ritenuta la Verità, con la V maiuscola, anche a discapito delle apparenze. Anche contro le dimostrazioni della Scienza. Il povero Galileo ne sa qualcosa o Giordano Bruno e molti altri.

È passato il tempo in cui Hernán Cortés teneva la spada in mano e nell’altra la Bibbia. Il tempo in cui in Suo nome si andava per il mondo a convertire e a mietere vittime. Era un libro magico al tempo, ché non solo conteneva tutte le risposte, ma che spingeva all’evangelizzazione, alla conquista delle povere anime che ancora non conoscevano la Parola. Quei poveretti che si nascondevano agli antipodi, sotto le pieghe del tappeto della crosta terrestre, dispersi nel globo terracqueo, sfortunati privi del battesimo e a cui era occluso il regno dei cieli.

Adesso questa forza la mantiene il Corano, mentre la Bibbia ha perso la sua aura magica.

È un libro che è invecchiato male. Forse per questo non lo legge più nessuno. Ci sono molte ingenuità tra le sue pagine. Roba da Le mille e una notte. Torri di Babele, soli che si fermano per un giorno intero senza dare spazio alla notte. Diluvi universali e conseguenti arche di Noè. Tutte cose a cui non crede più nessuno. Come a Babbo Natale. Il lettore moderno è ormai attrezzato per essere disilluso al punto da non cedere facilmente al fascino della sospensione dell’incredulità.

Il lettore moderno sa che se anche ha perso quasi del tutto la fede, non gli accadrà per questo di perire tra le fiamme di Sodoma e Gomorra o tra i flutti del Mar Rosso che si richiude mentre è in vacanza a Sharm El Sheikh. Il Paradiso Terrestre è perso per sempre. Magari crede ancora nell’Apocalisse e nella fine del mondo. A quello sì. Ma solo se lo dicono i Maya o Greta Thunberg.

La Bibbia

Ma veniamo all’analisi del Testo.

Il Libro è diviso in Vecchio e Nuovo testamento e tra le due parti c’è una netta cesura. Nel Vecchio Testamento il personaggio principale è Dio. Personaggio molto incoerente e troppo sopra le righe. In questa prima parte si atteggia a padre padrone, è punitivo e vendicativo. È un padre vecchio stampo, di quelli a cui bisognava dare del Voi e non nominare il Suo nome invano. Numerosi anche i personaggi minori, entrati nell’immaginario collettivo: Adamo, Eva, Lucifero, Caino, Abele, Mosè, Abramo, Isacco, Noè, Davide, Golia ecc. ecc.

Il Nuovo Testamento contiene i Vangeli e narra praticamente la stessa storia dai quattro punti di vista degli evangelisti, in un gioco metaletterario che verrà in seguito molto copiato. È arrivato finalmente il Messia, quello predetto nella prima parte, ma gli unici che l’hanno visto dal vivo, gli ebrei, non ci credono, ma in seguito ci crederanno tutti gli altri per sentito dire.

I Vangeli contengono la versione di Dio predicata da suo figlio Gesù Cristo. Questi predica in nome di un Dio diverso da quello conosciuto nel Vecchio Testamento: è un Dio che si è un po’ ingentilito, che ha capito che per educare la razza umana non basta il bastone, ma ci vuole anche la carezza. Se l’uomo si comporterà bene, suo sarà un fantomatico Regno dei Cieli, previsto dopo la morte.

Purtroppo la predicazione di Gesù Cristo finisce male. Dopo una prima parte di enorme successo, con tanto di miracoli quali la moltiplicazione dei pani e dei pesci, la trasformazione dell’acqua in vino e anche un resuscitato: Lazzaro. Il Cristo tocca i poteri forti, i sacerdoti del Tempio e l’Impero romano. Finisce crocifisso dopo violente torture. Ma c’è il lieto fine, quella cosa oramai fuori moda, che raramente trovi in una serie su Netflix. Alla fine, a tre giorni dalla morte, risorge.

Questa nuova versione di Dio è molto apprezzata e in Suo nome si fonda una nuova religione: il Cristianesimo. Dopo secoli in cui i fedeli vengono perseguitati, riesce infine ad imporsi e diviene una grande religione, che continua a riscontrare molto consenso anche oggi, nonostante la concorrenza dell’Islam, predicato da Maometto, la religione dei musulmani.

Insomma. La bibbia è un libro da riscoprire, da rileggere, per riappropriarsi di quello che è andato perduto nelle varie parafrasi dei predicatori o nelle leggende sorte attorno al Libro. Una riscoperta. Che probabilmente non ci riporterà la fede, quella no, ma qualche ora di piacevole lettura, magari sì.

P.s. Proprio in questo mese di luglio appena passato è arrivata al capolinea un’opera monumentale per i tipi di Morcelliana Editrice. Si tratta della Bibbia dei Settanta tradotta in italiano con testo greco a fronte. Il piano dell’opera è in 4 parti: I parte, Il Pentateuco, a cura di Paolo Lucca (pp. 1024); II parte, Libri Storici, a cura di Pier Giorgio Borbone (2 volumi, pp. 1652); III parte, Libri poetici, a cura di Corrado Martone (pp. 1232); IV parte, I Profeti, a cura di Liliana Rosso Ubigli (pp, 1184).

Leggenda narra che nel II secolo a.C. il Direttore della Biblioteca di Alessandria, Demetrio Falereo, mentre era impegnato a raccogliere “tutti i libri del mondo”, chiedesse al sovrano, Tolomeo II Filadelfo, di far realizzare una versione greca della Bibbia. Così, secondo la testimonianza del filosofo alessandrino Filone, settantadue dotti lavorarono a questa versione, la Septuaginta, rinchiusi in stanze distinte e, per ispirazione dello Spirito Santo, produssero una traduzione identica. Eppure mai che questo Spirito Santo si sia palesato durante una versione “lacrime e sangue” di latino o di greco del liceo. Vallo a capire. Misteri della fede.

Autori: Profeti, agiografi, evangelisti e salmisti vari
La Bibbia dei Settanta
Morcelliana Editrice
2012 – 2019