Mirabiblia curato da Paolo Albani e Paolo della Bella, è il libro ideale per questa rubrica di libri dispersi. Il sottotitolo recita: Catalogo ragionato di libri introvabili. Perché come ricorda Giorgio Manganelli: «Qualcuno ha scritto che la cultura comincia dalla lettura dei cataloghi dei libri». Nel volume enciclopedico sono infatti raccolti tutti i libri immaginari presenti in altri libri. Con tanto di descrizione del contenuto, data e luogo di edizione, copertina e prezzo.

Paolo Albani, sempre per Zanichelli, ha anche curato il bellissimo Forse Queneau. Enciclopedia delle Scienze Anomale. Altri libri paragonabili a questo sono il mitico Manuale dei Luoghi Fantastici (Rizzoli, 1982) di Gianni Guadalupi e Alberto Manguel, che contiene l’intera topografia letteraria, dalla città di Acchiappacitrulli a Xanadu e il recente Dizionario dei luoghi letterari immaginari (Utet, 2007) a cura di Anna Ferrari.

Ma torniamo a Mirabiblia.

Il catalogo, che si struttura in 28 materie che partono dall’Antropologia per arrivare alla Zoologia, comprende le schede accurate di centinaia di libri curiosi e rari. Libri presenti in altri libri, scritti da personaggi letterari o libri favoleggiati e immaginati, che qui prendono forma. Libri rimasti allo stato di bozza o semplicemente scomparsi, come sarebbe stato per I canti orfici di Dino Campana, perduti da Ardengo Soffici, che l’autore riscrisse a memoria.

Nella sezione Antropologia è presente il famoso Aspetti iniziatici della supposta [Milano, Eliphas Levi, pp 90, euro 14,98], di René Guenon, studiato anche da Umberto Eco in una celebre Bustina di Minerva. In Arte è citato il famoso Quaderno verde [Palermo, Il labirinto magico, pp 240, euro 51,64] sul quale prendeva appunti l’inventore del cubismo Jusep Torres Campalans, amico di Picasso e Braque, come racconta nella sua biografia Max Aub.

La vena inventiva di Carlo Dossi è molto presente nel volume. Ad esempio bisogna citare Ricordi diplomatici, libretto nel quale il Dossi descrive tutti gli insetti che lo tormentarono nelle sue diverse residenze, citato nelle Note azzurre, dello stesso Carlo Dossi. E non bisogna dimenticare tra i libri introvabili il mitologico Secondo libro della Poetica di Aristotele, di cui tra gli altri parla Eco nel suo Il nome della rosa.

E il catalogo continua, con Gli asparagi e l’immortalità dell’anima, non si sa più se testo immaginato da Roberto Benigni o realmente scritto da Achille Campanile. Jacques Derrida, presente con Le facteur chouette et la derridanse, nel quale analizza la sestina dell’Anonimo delle Tre civette sul comò, testo con il quale si sono confrontati tutti i più grandi, tra i quali: Harold Bloom, Massimo Cacciari, Gianfranco Contini, Tullio de Mauro, Julia Kristeva, Jacques Le Goff, Cesare Segre, Gianni Vattimo e recentemente Filippo Martinez.

Il libro Successo, scritto dal personaggio del romanzo di Vladimir Nabokov, The real life of Sebastian Knight (1941). Ovviamente il Don Chisciotte di Pierre Menard, citato da Borges in Finzioni (1944). Il messia di Bruno Schulz, romanzo al quale l’autore lavorò dal 1934 al 1938 e che doveva essere il suo opus magnum, andato disperso. La ricerca di questo favoloso manoscritto, santo graal per gli appassionati di Schulz, è alla base del romanzo Il messia di Stoccolma (1991) della scrittrice americana Cynthia Ozick.

Ma il catalogo non finisce qui.

A impreziosire il volume sono inseriti alcuni riquadri che ospitano scritti riguardanti la bibliomania. Troviamo infatti Il catalogo del possibile e la biblioteca del superfluo di Italo Calvino; La biblioteca virtuale dell’onnipresente Umberto Eco; I libri dei libri dei libri… di Giorgio Manganelli; Il libro assoluto, l’incompiuto di Stéphane Mallarmé; Perché non ho scritto nessuno dei miei libri di Marcel Bénabou e avanti così.

In appendice, per non farsi mancare nulla, un apparato di 120 pagine contenente schede, in ordine cronologico, riguardanti testi sulle bibliografie immaginarie. Dall’elenco dei libri della Biblioteca dell’Abazia di San Vittore descritti da Rabelais nel suo Gargantua e Pantagruel. Ben 141 testi immaginari, che vanno da Pantofla Decretorum (una raccolta di decretali dei Papi) a Le baisecul de Chirurgie, passando per Le beliné en Court (il cornuto a corte).

E ancora la Biblioteca faceta e chiribizzosa di Vincenzo Belando; I libri immaginari di Lawrence Sterne; I cento buoni libri del giornalista di Marcel Schwob; I bizzarri libri di Carlo Dossi; Il Necronomicon e i libri maledetti di Lovecraft; La biblioteca di Babele di Borges; La biblioteca degli autori sconosciuti di Brautigan; La letteratura portatile di Vila-Matas; La letteratura nazista in America di Roberto Bolaño e tanta altra fantabibliografia.

Insomma un libro sui libri reali e su quelli immaginati. Un libro per chi non è ancora sazio dei libri che ha letto e vuole fantasticare su quelli che potrebbe leggere, perché come disse saggiamente il sovrano assoluto della mistificazione letteraria, il buon Borges: «Che altri si vantino delle pagine che hanno scritto; io sono orgoglioso di quelle che ho letto».

Paolo Albani, Paolo della Bella
Mirabiblia
Zanichelli
2003