Il modo tradizionale che abbiamo per curiosare nella storia letteraria è quello di aggirarci fra i corridoi di una biblioteca o i piani di una libreria, scegliere un titolo fra i tanti e magari leggere sulla quarta di copertina la biografia del suo autore. Viviamo però nel XXI° secolo e la digitalizzazione sta investendo progressivamente anche il mondo della cultura sorprendendolo con esperienze nuove.
L’American Writers Museum risponde esattamente alla volontà di permettere al pubblico di esplorare la storia letteraria americana in relazione alla sua geografia e alla sua cultura in un modo non convenzionale.
Volevamo che la gente venisse qui e vivesse diversi generi di esperienze legate alla letteratura
Ha detto Andrew Anway, fra i designer del museo, in un’intervista per il New York Times in occasione dell’inaugurazione lo scorso 16 Maggio.
Situato nel pieno centro di Chicago, a pochi metri dal celebre Cloud Gate nel Millennium Park, si tratta di uno spazio di oltre tremila metri quadrati al secondo piano di un edificio sulla North Michigan Avenue, dove la classica esposizione di libri, manoscritti e prime edizioni è stata sostituita da schermate interattive e installazioni multimediali ad alta tecnologia, cercando così di avvicinare il pubblico alla scrittura.
Il visitatore può immergersi in una “Cascata di parole“, un’incantevole parete di parole disposte in modo apparentemente casuale ma da cui una proiezione di luce permette di rivelare citazioni di scrittori, o anche di giornalisti, cantautori, rapper americani.
Il nome “Museo degli Scrittori” sta difatti ad indicare l’originalità del luogo, dove si è cercato di celebrare il valore della letteratura solo ed esclusivamente attraverso i suoi protagonisti, a partire da cosa li spingeva a scrivere per passare ai personaggi e alle ambientazioni delle loro storie.
È possibile così sentire occasionalmente l’odore di biscotti, scatenato ogni volta che qualcuno spinge la targa de “Imparare l’arte della cucina francese” di Julia Child, inclusa in un’installazione chiamata “The Surprise Bookshelf“, una sala dove i libri si aprono digitalmente.
Il museo è il frutto di Malcolm O’Hagan, un ex ingegnere irlandese trapiantato a Washington, che dopo aver visitato il Museo di scrittori di Dublino più di otto anni fa, si rese conto che nulla di simile c’era negli Stati Uniti e che era necessario realizzarlo. La scelta è poi ricaduta su Chicago perché meta turistica e città dalla forte tradizione letteraria.
Da Harper Lee a Ernest Hemingway, tutti gli scrittori della mostra permanente sono morti, mentre ai contemporanei è dedicata una sezione di mostre temporanee, dove attualmente viene reso omaggio al poeta americano W.S. Merwin, per il quale è stato creato un giardino tropicale da esplorare mentre si ascoltano le sue poesie.
E anche se i cimeli sono stati bannati, chi varcherà la soglia dell’American Writers Museum entro la fine di Ottobre si ritroverà ad ammirare l’ Original Scroll, il rotolo su cui Jack Keruac portò a termine il suo “Sulla strada”.