Chimamanda Ngozi Adichie, brillante scrittrice del nostro tempo, icona della lotta al sessismo, una rivoluzionaria sui tacchi a spillo, ha compiuto lo scorso 15 Settembre 40 anni.

Nigeriana di nascita e americana d’adozione, classe 1977, la sua figura è da diversi anni associata al movimento femminista, esattamente dal 2012, quando al TEDxEuston pronuncia il suoDovremmo tutti essere femministi”, un discorso che ebbe un impatto talmente forte da raggiungere oltre tre milioni di visualizzazioni online ed esser messo su carta in numerose lingue del mondo (in Italia è stato pubblicato da Einaudi il 2015 nella collana Vele).

Dimenticavo, il titolo del suo speech è diventato uno slogan per T-shirt (Dior è fra i brand che hanno realizzate ma probabilmente Chiara Ferragni è stata l’unica ad acquistarne una), la Adichie ha inoltre avuto una nomination ai Grammy per esser stata citata da Beyonce nel brano Flawless, ed è stata citata da Emma Watson in un discorso alle Nazioni Unite.

La lista è molto più lunga, perché prima di tutto questo Chiamamanda Ngozi Adichie è una geniale scrittrice che ha vinto 15 premi letterari, come Il Pen, l’Orange prize, lo Us National Book Critics Circle.

Emily Temple su Literary Hub ha così deciso per il suo quarantesimo di celebrarla come romanziera mettendo insieme una serie di estratti in cui parla dei suoi romanzi, di cosa vale in letteratura e dispensa consigli per gli esordienti scrittori.

Eccone alcuni:

“Durante i miei workshop dico sempre agli aspiranti scrittori di leggere e leggere e leggere. Credo soprattutto che dalla lettura possa imparare molto sulla visione del mondo più che sulle tecniche. Se è importante pensare alla struttura e a come sviluppare un personaggio, lo è altrettanto concepire la storia come qualcosa di più grande. la maggior parte delle volte ci divertiamo molto durante i workshop. Per me è importante trovare una ragione per ridere” – intervista per Image.

“Non comincio a scrivere per sfidare uno stereotipo. Penso che possa essere tanto pericoloso quanto ‘dimostrare’ gli stereotipi. E dico ‘pericoloso’ perché un romanzo che inizia con questo proposito spesso finisce per essere artificiosa, oppressa dalla sua missione. Penso che scrivendo in modo emotivamente veritiero sfida automaticamente la singola storia perché la umanizza e complica. E io stessa cerco sempre di esser sincera.”- da un’intervista con Parul Sehgal per Tin House.

“Amo scrivere, perché è ciò che mi rende felice, anzi più felice. E quando ho un momento di difficoltà ciò che mi spinge ad andare avanti è la possibilità di una gioia futura. Quando stai scrivendo e non va bene, fai una pausa, mangia della cioccolata.” – intervista per Stylist Book Club.