Quando parliamo di relazioni tra uomo e donna che riguardano i tempi moderni si respira sempre un’aria di timore di cadere nella superficialità. E allora si leggono romanzi che trasmettono soltanto in maniera pacata questo disagio dei sentimenti che ci colpisce. Lo scrittore si introduce nello spirito critico del lettore in punta di piedi. Della serie: io racconto una storia, sta a te scovarne il significato autentico.
I temi dell’attesa e del tempo nelle relazioni amorose nella letteratura ci appartengono da quando abbiamo iniziato a leggere: prendendo come esempio un romanzo che tutti conoscono, Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen, Elizabeth e Darcy si ricongiungono dopo un’attesa di mesi trascorsi lontani l’uno dall’altra; uno spazio, una separazione che si è rivelata fondamentale per permettere a entrambi di riflettere sui propri sentimenti.
Si può dare oggi all’attesa lo stesso significato che le si dava nell’Ottocento? L’uomo di oggi che chiede alla donna del tempo, ha le stesse intenzioni che Mr. Darcy aveva nei confronti di Elizabeth?
Ci vuole un libro le cui parole siano in grado di raccontare con chiarezza, semplicità, onestà come ragiona l’uomo di oggi e di come le relazioni amorose siano cambiate a partire da questo atteggiamento.
Quel libro è La resistenza del maschio e l’autrice è, ovviamente, una donna.
Il Maschio. Sembra così spontaneo, nonostante i suoi mille impegni, tra lavoro e amici del calcetto. Sempre di corsa, ma in grado di lasciare un segno nei posti che frequenta, dalle aule dell’Università dove insegna, alle gallerie d’arte dove è invitato a presenziare. Un Maschio che non pianifica, ma che risulta brillante, fresco, giovanile nelle relazioni che tesse con gli altri.
Parliamo del protagonista del nuovo libro di Elisabetta Bucciarelli, La resistenza del maschio (NN Editore), un affermato professore universitario che spiega ai suoi alunni come interpretare e misurare gli spazi geometrici presenti in opere d’arte, chiese e cattedrali.
Misurare uno spazio, capirne la forma, interpretarne le curve per il Maschio non è soltanto una disciplina, ma rappresenta una filosofia di vita: prendere le distanze da ciò che lo circonda è l’unico modo per avere una visione obiettiva di quello che sta accadendo nella sua vita.
Il Maschio del libro di Elisabetta Bucciarelli palesa una spontaneità esteriore che nasconde un estremo bisogno di controllo sulle persone che gli stanno vicino: la moglie che vorrebbe un figlio da lui, la donna che ha salvato da un incidente che gli chiede di incontrarsi, i suoi studenti che, incuriositi dalle sue parole, pongono domande alle quali non seguono mai risposte definite.
Il Maschio fugge, anzi sfugge senza lasciare mai il ring; osserva con apatia l’accavallarsi dei sentimenti di rabbia, frustrazione, incredulità della moglie, inorridita dal suo cinismo e dalla sua immaturità.
Perché questo libro è così importante? Non si tratta di una semplice storia narrata con originalità. Elisabetta Bucciarelli presenta un Maschio che rispecchia alla perfezione l’uomo dei nostri giorni, un uomo abituato a farsi rincorrere dalle donne; un’inversione dei ruoli che io non attribuirei soltanto all’emancipazione femminile, quanto alla paura di impegnarsi e di sacrificare le proprie abitudini per la realizzazione di un progetto comune.
Questo è il tema centrale dei discorsi delle tre donne che attendono il dottore nella sala d’aspetto di un ambulatorio, che nel libro di Elisabetta Bucciarelli rappresentano l’altra faccia, quella della Donna: stremate e sfiancate dalle loro emozioni, le tre donne da prede sono diventate cacciatrici e non capiscono se questo è un ruolo che desiderano e se sono in grado di gestire – l’autrice, in questo caso, lancia una velata provocazione anche alle donne.
“È diverso” riprende Silvia “non esiste mai una separazione definitiva, non riesci a chiudere una storia come si deve, è una continua riesumazione, siamo circondati da salme di rapporti”.
Chiara s’inserisce: “Per me solo esercizi di equilibrio, stare sul filo, non cadere troppo spesso, non farsi troppo male, cose così. E non mi riesce nemmeno troppo bene”.
Una crisi d’identità che porta a un continuo rincorrersi; un’assenza di comunicazione, di incontri, di gesti concreti alimentata anche dalla presenza costante di Whatsapp.
Ci sarà un momento, nel romanzo, in cui il Maschio ritornerà a corteggiare e ad assecondare la Donna; quasi costretto a soddisfare un bisogno insito nella sua natura. Durerà?