Prima o poi qualsiasi amante dei libri si accorgerà che esiste un’unica verità universalmente riconosciuta (che non c’entra niente con Orgoglio e Pregiudizio), ovvero che la lettura è una delle poche sicurezze che la vita ci garantisce.

Shakespeare scrisse un sonetto, il numero LXV, dedicato all’immortalità dei versi, unico espediente messo in atto per raggirare la malvagità con cui il tempo scalfisce la bellezza dell’uomo e la purezza dei suoi sentimenti.

La parola scritta è in grado di cristallizzare emozioni forti, siano esse dominate dall’aggressività o dal pathos; il cuore degli uomini non conosce coerenza e i sentimenti che provano sono in costante divenire. Vengono plasmati dal tempo e dalla crescita.

L’espressione “anche i libri hanno un’anima” non è soltanto l’ennesima frase jolly da pubblicare su Facebook quando si è nel mood da intellettuale incompreso; ma è un modo per descrivere il parto creativo dell’autore, pensieri, sentimenti, dialoghi e riflessioni che gli sono appartenuti per pochi secondi, prima che decidessero di andare incontro alla pagina stampata. Oggi quello scrittore è un’altra persona, magari con una diversa concezione della vita.

Parlando di sentimenti, una volta un amico mi disse che non potevo pretendere di montare una tenda su un ponte di legno. Avrei dovuto attraversarlo a piedi, da sola, se avessi voluto vedere cosa mi aspettava all’altra estremità.

Un libro, invece, è fatto proprio per rimanere sospeso in mezzo a quelle trave traballanti. In assenza di gravità e privo di una meta finale da raggiungere, se non quella di incrociare i viaggiatori più insicuri, chiarire i loro dubbi e far riprendere loro il viaggio con più serenità.

New Yorker, The Economist, The Times… Tutti stilano la loro personale lista di libri che andrebbero letti prima dei 30 anni. Dopo un’attenta scrematura (ho tralasciato “Mangia, prega, ama” e titoli affini) sono arrivata a un elenco di 5 libri, provenienti dalla lista presente in questo articolo dell’Huffington Post.

1. Ernest Hemingway, Fiesta (Il sole sorgerà ancora)

Pubblicato nel 1926, è il primo romanzo dell’autore. La trama ruota attorno alle vicende di un gruppo di giovani americani e inglesi che compiono un viaggio fino a Pamplona per assistere alla festa annuale della corsa dei tori. Hemingway, in questo libro, affronta i temi dell‘impotenza sessuale e delle inquietudini esistenziali che agitano gli animi giovanili quando si rapportano con amore e morte.

2. George Orwell, Nel ventre della balena e altri saggi

Conoscerete senz’altro “1984”, “La fattoria degli animali” e la loro trasfigurazione distopica del regime sovietico. Provate ora a sfogliare questa raccolta di saggi pubblicati tra il 1936 e il 1949; l’autore trae spunto da una recensione de “Il tropico del cancro” di Miller per parlare con toni acuti di temi quali il ruolo dell’intellettuale, il rapporto tra politica, cultura e società, la nascita del politicamente corretto, l’autocensura e molti altri.

3. William Shakepseare, Amleto

Un classico del teatro inglese che molti di voi avranno studiato a scuola. La famosa frase “To be or not to be”, “essere o non essere” o, come io preferisco tradurla, “agire o non agire”. All’inizio del soliloquio Amleto si interroga sul tema del suicidio e se esso possa costituire l’unica azione attuabile dall’uomo di fronte agli eventi incontrollabili che influenzano la sua vita.

4. Milan Kundera, L’insostenibile leggerezza dell’essere

Questo è un libro che, a mio parere, è fondamentale leggere più e più volte prima dei 30 anni. La prima volta per assimilarne il contenuto, le dieci successive per capire quanto sia in realtà difficile metterlo in pratica. Pietro Citati scrive, a proposito di questo romanzo: “Chi è pesante non può fare a meno di innamorarsi perdutamente di chi vola lievemente nell’aria, tra il fantastico e il possibile: mentre i leggeri sono respinti dai loro simili e trascinati dalla “compassione” verso i corpi e le anime possedute dalla pesantezza”. Un romanzo che dimostra che l’amore può essere posto al centro dell’esistenza, sia esso manifestato nella sua leggerezza che pesantezza, nella sua ricerca dell’indipendenza affettiva.

5. Herman Hesse, Siddharta

Il classico dei classici che viene riproposto ogni anno a scuola. Ho avuto la fortuna di leggerlo dopo i 20 anni, prima non ne avrei mai riconosciuto l’importanza. Invidio i ventenni ancora vergini di questa lettura di sole 200 pagine, perché leggendole per la prima volta riusciranno ad unire tutti i punti che accomunano i loro interrogativi sulla ricerca di una propria identità. Come nel caso del libro precedente, dovrete rileggerlo più volte per interiorizzarne il senso. E nemmeno è detto che ci riuscirete.

Lo so, ho tralasciato molti libri importanti, come “Delitto e castigo”, “Madame Bovary”, “La strada”… Ho sempre creduto che la qualità fosse meglio della quantità: questi libri sapranno orientare il lettore anche verso altre pietre miliari della letteratura come quelle citate poche righe sopra.

Se avete alcuni suggerimenti per arricchire la lista, inseriteli nei commenti sottostanti.

… Buona lettura!