Nel 2015 a Padova una nuova realtà si affaccerà sulle vie del centro. Si chiama Lìbrati ed è una libreria delle donne. Il progetto di Chiara Melloni, Ilaria Durigon e Laura Capuzzo è pensato per ravvivare la città e creare uno spazio che valorizzi il mondo culturale femminile in tutte le sue sfaccettature. Fino all’8 marzo è aperta una campagna di finanziamento a cui vi chiediamo di contribuire per realizzare questo progetto. Per saperne di più abbiamo fatto una chiacchierata con le dirette interessate.
Tre ragazze decidono di aprire una libreria, ma non una libreria qualsiasi. Una libreria delle donne. Che significato ha per voi questo progetto? E in concreto che cos’è una libreria delle donne?
Il progetto Lìbrati, la libreria delle donne di Padova, nasce dal nostro amore per la cultura e dalla passione per la politica delle donne. Da 2009, noi tre, Ilaria, Chiara e Laura scriviamo in un blog che si chiama Femminile plurale che si occupa di questioni di genere e femminismo. Grazie al blog abbiamo iniziato a partecipare a incontri e convegni nazionali in cui abbiamo fatto esperienza dei “luoghi delle donne”, spazi che, nati sulla scia dei movimenti per la libertà e l’autodeterminazione delle donne, hanno conservato in sé questa spinta e l’atmosfera che ne consegue: sono luoghi in cui la relazione è il centro, dove è possibile confrontarsi, stare insieme, sentirsi “a casa” e divertirsi. Il progetto Lìbrati nasce proprio dalla voglia di creare anche a Padova e in Veneto un luogo come questo. Inoltre, tutte e tre abbiamo conseguito un dottorato in filosofia, nasce da qui il nostro amore per la cultura e per il libri, da cui l’idea di una libreria.
Quali sono le sensazioni che il lettore dovrebbe provare nel varcare la soglia della libreria?
L’atmosfera che vorremmo riuscire a creare in Lìbrati è un’atmosfera di gioia, di piacere, di condivisione e anche di divertimento. Vorremmo che le donne ma anche gli uomini che varcano la nostra soglia si sentano come a casa, libere e liberi di chiedere consigli, o di sedersi per ore a sfogliare libri, o di passeggiare tra gli scaffali a lasciarsi ispirare dai libri, se è questo che desiderano.
Negli ultimi anni è cresciuto molto il fenomeno delle librerie caffetterie, cioccolaterie etc. Una libreria che venda solo libri sembra quasi una rarità. Cosa ne pensate? Quale vorreste fosse il ruolo principale della vostra libreria nel quartiere e nella città?
La scelta di associare il libro al cibo può essere una scelta vincente perché permette, attraverso il cibo, di rafforzare una caratteristica importante della lettura, quella del piacere e della condivisione. Si tratta quindi di una bella idea che però, per funzionare, deve tener conto del contesto cittadino in cui si inserisce. Padova è una città piena di bar, soprattutto in centro storico. D’altro lato, è una città con pochissime librerie indipendenti, librerie che proprio per la loro struttura e organizzazione sono in grado di fornire alla lettrice e al lettore tutta una serie di servizi che per ragioni facilmente intuibili è difficile trovare nelle librerie di catena. Fare una libreria con caffetteria, a Padova, risultava sia molto difficile a livello burocratico ma anche poco utile. Siamo sicure che Padova non abbia bisogno di nuove caffetterie o di nuovi bar, ma di librerie che puntano sul prodotto libro con passione, cura e attenzione.
A proposito di città, perché proprio Padova? Ci sono ragioni particolari dietro la vostra scelta di iniziare qui la vostra avventura?
Ci sono due ordini di ragioni: quelle che potremmo chiamare “le ragioni del cuore”, ragioni personali legate all’affetto che proviamo per la città in cui ci siamo conosciute e abbiamo vissuto e studiato. E poi ci sono le ragioni “della testa”, ovvero ragioni di tipo commerciale emerse dopo un’accurata analisi. Padova, infatti, ha poche librerie indipendenti. Ma non solo, Padova è una città molto ricca di potenzialità: la sua storia sia antica che recente è intersecata con la cultura e in particolare con la cultura delle donne. Oggi a Padova ci sono varie istituzioni e centri che si occupano di tematiche di genere tra cui il Centro per gli studi di genere, il Forum per le politiche di genere dell’Università, oltre alle numerosissime associazioni che lavorano sul nostro territorio per promuovere la cultura delle donne, per sensibilizzare su tematiche importanti quali la violenza e per aiutare concretamente le donne. Il luogo ideale quindi per aprire la nostra libreria.
La libreria delle donne di Milano, nata nel 1975, si propone come vera e propria realtà politica e promuove incontri, pubblicazioni e molto altro. Pensate che nel futuro sia questa la direzione che intendete seguire? E quale ruolo può svolgere la libreria delle donne nella vasta e oggi molto discussa tematica del femminismo?
La nostra idea di una Libreria delle donne nasce proprio dalla conoscenza della Libreria di Milano. È stata per noi una grande fonte di ispirazione: dal punto di vista culturale è un’istituzione conosciuta non solo dal punto di vista nazionale ma ben oltre i confini del nostro paese. Ci piacerebbe un giorno poter dire altrettanto della nostra libreria. E credo che, diventare un punto di riferimento culturale, sia l’ambizione di ogni piccola libreria indipendente…
Riguardo al “femminismo”: è un tema che genera talvolta diffidenza, tuttavia c’è sempre maggiore interesse verso quello che è il mondo delle donne, la cultura delle donne, la loro storia. Vorremmo che, da questo punto di vista, la nostra libreria fosse un luogo “aperto”, aperto alle diverse sollecitazioni che provengono dalla città e da chi la abita, aperto ai dibattiti e ai confronti. Insomma un luogo “dinamico” dal punto di vista culturale.
Anche dal punto di vista imprenditoriale, l’idea di una libreria delle donne ha il suo perché. Pensiamo infatti che la specializzazione sia un punto di forza. Il focus sulle donne e sulle questioni di genere ci permetterà di avere in libreria un assortimento molto ‘profondo’: di avere cioè quasi tutto quello che c’è in commercio sull’indirizzo che abbiamo scelto, tenendo titoli che non si trovano nelle altre librerie.
Allontaniamoci per un attimo dalla libreria delle donne e concentriamoci sull’idea imprenditoriale in sé. Cos’è che vi spaventa maggiormente di un’impresa del genere? E cosa invece vi affascina?
Ogni impresa comporta un rischio. Per aprire, dovremmo indebitarci. D’altra parte prima di buttarci in questa meravigliosa avventura abbiamo acquisito tutte le competenze necessarie per poter far funzionare la nostra idea imprenditoriale e per buttarci sì, ma con cognizione. Amare i libri, infatti, non basta per aprire una libreria, per cui Ilaria ha frequentato la Scuola Librai Italiani che le ha permesso di acquisire competenze necessarie affinché la libreria possa essere un’attività che funzioni nel lungo periodo. D’altra parte, senza correre dei rischi e buttarsi, difficilmente si possono realizzare i propri sogni ed essere davvero felici e soddisfatte di ciò che si fa. Il vero rischio sarebbe non provarci nemmeno e rinunciare in partenza alla possibilità di impegnare le nostre passioni in un progetto concreto e che ha ottime possibilità di riuscita.
A dicembre avete lanciato una campagna di crowdfunding, fenomeno ancora relativamente nuovo in Italia. Questa forma di finanziamento dal basso ha un valore aggiunto per il vostro progetto?
Come dicevamo servono dei fondi per aprire un’attività, così abbiamo considerato tra le tante anche l’opzione del crowdfunding. È stata una scommessa, ma siamo orgogliose di come sta andando la raccolta fondi. Ad oggi abbiamo raccolto una somma superiore ai 6.000 euro, un successo per un progetto come quello che abbiamo proposto. Siamo felici di aver trovato il generoso sostegno, non solo di amiche e amici e conoscenti, ma anche di donne e uomini che non conosciamo personalmente ma che hanno ritenuto valido il progetto e hanno deciso di sostenerci. Sicuramente avere tanto sostegno e tanto supporto ci rende grate e ancora più determinate nel realizzare il progetto e crea intorno a noi quel idea di condivisione e di relazione che riteniamo possa essere il valore aggiunto della nostra libreria. La campagna di raccolta fondi prosegue fino all’8 marzo, per cui c’è ancora tempo per contribuire diffondendo il progetto tra conoscenti e amici e facendo una donazione (anche piccola) a sostegno della nascita della Libreria.
É arrivato il momento di parlare un po’ di voi e dei vostri gusti letterari… Se doveste darci di comune accordo un titolo, massimo due, che preferite in assoluto, quale/quali sarebbero?
Decidere di comune accordo due titoli per noi è molto difficile, sia perché i libri amati sono molti sia perché abbiamo gusti letterari piuttosto diversi, fatto che costituirà senz’altro una ricchezza per la libreria. Tuttavia, se proprio dobbiamo scegliere, ci piacerebbe indicare un classico e romanzo più recente, abbiamo pensato a La signora Dalloway di Virginia Woolf e, sperando di poter fare un buon auspicio in vista dello Strega, che crediamo lei meriti, l’Amica geniale di Elena Ferrante.
É un sabato pomeriggio di shopping sfrenato e la libreria è piena di… Donne! E poi un uomo fa il suo ingresso. Cerca un libro ma si sente spaesato un po’ intimorito. Spiegateci quale sarebbe il vostro piano d’azione.
Molti uomini non leggono, di principio, libri di donne. La nostra libreria punta moltissimo quindi sul lettore-uomo, quello che non conosce il mondo culturale femminile e che ha dei pregiudizi sulle scrittrici donne ma che, al contempo, vuole avere nuovi stimoli ed è curioso. Se si sentirà a disagio vuol dire che avremo sbagliato qualcosa: puntiamo tutto sull’accoglienza (di tutte e tutti!), cercheremo di capire quali sono i suoi gusti e gli faremo le nostre proposte (i consigli saranno uno dei nostri punti di forza). Sicuramente troverà qualcosa di suo gusto.
Se decideste di attaccare in vetrina delle citazioni di scrittrici che vi hanno più colpito, quali scegliereste? E chi vorreste in cima alla classifica delle vendite?
Anche le citazioni sono molto difficili da scegliere dato che il libri preferiti sono molti, ci piacerebbe riportare qui due piccole citazioni sulla lettura che abbiamo scelto per i segnalibri che abbiamo preparato e distribuito in città per far conoscere il progetto della Libreria. La prima di Marguerite Duras: “Leggere, leggere un libro – per me questa è l’esplorazione dell’universo” e la seconda di Virginia Woolf: “ Talvolta penso che il paradiso sia leggere continuamente, senza fine”.
E il libro sul comodino “portafortuna” la sera prima dell’apertura quale sarà?
Sicuramente Non è da tutti. L’indicibile fortuna di nascere donna di Luisa Muraro!
4 commenti
Buongiorno, mi permetto di proporvi la presentazione del mio secondo romanzo, uscito da poco, dal titolo Com’era dolce l’inferno. Si tratta di una storia nella quale le donne sono protagoniste e determinanti. La mia presentazione è molto particolare, allegra e prevede la proiezione di una quarantina di immagini.
Grazie di cuore
Un abbraccio
Marco Bovo
347-7884116
marco@bovo.it
http://www.bovo.it
Ciao Marco,
per proporre la presentazione del tuo libro puoi contattare direttamente la libreria. Questo è il sito http://www.libreriadelledonnepadova.it
Buona fortuna!
Ilaria
A proposito di Luisa Muraro, il cui pensiero seguo da ormai trent’anni e che è stimolante perché mi ricorda mia nonna che mi stupiva sempre quand’ero bambina. Vi ricordate i cartoni animati di gatto Silvestro?
C’era il topo che era incredibilmente divertente e intelligente e soprattutto finiva sempre bene per lui che dava scacco matto al gatto. Era un cartone animato, Quale grossa operaziione simbolica ha fatto Luisa Muraro? Ha sostituito il topo con un gomitolo . Tirate voi le conseguenze.
in bocca al lupo, donne! Vi seguirò e verrò a trovarvi quando aprirete la Libreria. Intanto pubblico questa intervista sul mio blog di recensioni e varia umanità e condivido in facebook.
bel modo per festeggiare la nostra festa,oggi con uno sguardo al futuro.
Ornella/Affascinailtuocuore