“Butterfly è maestosa, ricchissima e perfettamente autosufficiente. Solo i dipendenti del Consorzio hanno il privilegio di viverci. I confini sono sorvegliati da militari robot che non esitano a sparare se qualche migrante prova ad avvicinarsi”.

2119. La disfatta dei Sapiens è il romanzo d’esordio di Sabina Guzzanti e racconta un pianeta terra completamente trasformato, a seguito di un disastro ambientale e un innalzamento dei mari, dove esiste un ampio sociale ed economico tra la popolazione.

L’elemento fantascientifico è molto presente in 2199, che è anche l’anno in cui è ambientata la vicenda.
I robot hanno preso il pieno possesso dell’istruzione, della giustizia e dei media. L’unica testata giornalistica guidata da esseri umani si chiama Holly e ha l’arduo compito di salvare il mondo da un potente esperimento informatico.

Come tanti libri distopici, 2119. La disfatta dei Sapiens richiama degli elementi che sono tutt’altro che lontani dalla realtà.
Algoritmi e social media governano il mondo di Holly, ma anche il nostro.
Per questo, secondo me, si girano le pagine di questo romanzo aspettando di vedere se il colpo di scena successivo si avvicina di più alla nostra realtà o a una più fantasiosa e lontana.

Mi ha colpito molto il realismo con cui Sabina Guzzanti descrive l’esaurimento nervoso di Suong, uno dei personaggi, estremamente dipendente dai social network e vittima di cyberbullismo.

“Da quando Butch è uscito, Suong non ha fatto che filmare e pubblicare video di Foxy e rispondere ai commenti entusiastici degli utenti. Foxy ha fatto impazzire i social, e i crediti di Suong raddoppiano e decuplicano. Con la dopamina alle stelle, non le risulta difficile essere gentile e spiritosa con i fan”.

Anche se più impalpabili, altro grande protagonista di 2119. La disfatta dei Sapiens sono le emozioni.
Gli unici Crem (membri di famiglie ricche) che vivono senza un computer impiantato nel cervello sono Il Presidente e i suoi ministri, segno che politica e democrazia sono un binomio importante anche in una realtà come quella di Butterfly.

Il mondo di Butterfly è così avulso alle emozioni che Yaku (personaggio originalissimo) e Leticia rimangono piacevolmente sorpresi dai sentimenti di affetto che provano per i rispettivi interessi amorosi, quando si tolgono l’impianto.
Le emozioni fanno parte dell’essere umano, è ciò che ci fa sentire vivi e attaccati al momento presente. Così come, nel libro di Sabina Guzzanti, l’impianto le atrofizza fino a sopprimerle, diversi studi sottolineano come quello che è successo a Suong possa tranquillamente verificarsi nella realtà.

2119. La disfatta dei Sapiens mi ha ricordato “Per ultimo il cuore” di Margaret Atwood, che circoscrive i personaggi in una realtà fatta all’apparenza di benessere e avanguardia, ma che nasconde uno squilibrio di potere e una privazione della libertà che possono nuocere gravemente, se non combattuti.

2119. La disfatta dei Sapiens fa per voi se siete alla ricerca di un romanzo distopico con un ritmo veloce e ricco di colpi di scena. Che fa riflettere e divertire.

Autrice: Sabina Guzzanti
Titolo: 2119. La disfatta dei Sapiens
Editore: HarperCollins Italia
Anno: 2021