Sarà stato il titolo o semplicemente la scritta: “miglior libro russo 2008”, in quanto vincitore del premio letterario Booker Prize, ma non ho resistito e l’ho scelto subito strappandolo da una pila di libri ammassati uno sull’altro.

Nelle prime pagine si parla di uno scrittore sovietico di nome Gromov, un reduce di guerra che ha pubblicato sette libri.
Libri che giacciono negli scaffali cosparsi di polvere.
Libri caduti nell’oblio.
Libri che non sono stati più ripubblicati, poiché invenduti e considerati come mediocre narrativa dell’impero sovietico.

Almeno così era stato.

Eppure leggendo le sue pagine, i lettori straordinariamente acquisiscono strani poteri da cui poi sono tratti i nomi dei libri: il libro della Forza che rende invincibili, il libro della Gioia che allieta gli animi o il libro della Sopportazione che rende insensibili al dolore… Tuttavia l’effetto è temporaneo e solo rileggendoli si riottengono le stesse capacità sovrumane.

In seguito, i lettori decidono di radunarsi tra di loro formando delle società di persone, denominate biblioteche con lo scopo di recuperare tutte le opere di Gromov. Nasce così una caccia sfrenata per ottenere le poche copie rimaste in circolazione dell’universo gromviano e i colpi di scena non sono a base di discussioni o confronti, come normalmente si penserebbe.

No, si susseguono inseguimenti, battaglie che ricordano gli eserciti medioevali e piani ben studiati degni di uno stratega militare in guerra.

Il protagonista, Aleksei, un giovane ucraino, si trova involontariamente in questa realtà. Infatti dopo la morte del suo caro zio, fa visita presso il suo appartamento per poterlo rivendere e guadagnarci qualcosa, ma le cose non vanno come aveva previsto. Sin da subito la sua vita e soprattutto la sua salute mentale vengono messe a dura prova, finché non accetta di entrare nella società di lettori cui apparteneva lo zio con il preciso scopo di impadronirsi del libro più raro e ambito: il libro del Significato.

Una storia davvero ricca di colpi di scena e di avvenimenti così fuori dall’ordinario che dalla loro moltitudine, ci si inizia a chiedere se effettivamente lo siano o se è solo la nostra concezione che non ci fa accettare realtà diverse dalla nostra.

Ho apprezzato molto il mondo creato da Elizarov in cui esistono dei gruppi di persone che si affannano per ricercare una letteratura ormai dimenticata. Sono dei veri depositari del passato di una nazione che ora non esiste più: l’URSS.

Tuttavia le descrizioni così dettagliate degli scontri o dei paesaggi a discapito di spiegazioni esaustive sui rapporti dei vari personaggi con i singoli libri, rende la lettura a volte zoppicante.

In fondo, chiunque ami i libri, sente un attaccamento personale come se quell’oggetto potesse non solo darci sicurezza ma anche risposte.

E voi sareste disposti a uccidere per avere tra le mani un libro capace di dare un un senso, un Significato a tutto ciò che state facendo?

Autore: Michail Elizarov
Titolo: Il Bibliotecario
Editore: Atmosphere Libri
Anno: 2011