Cambiare l’Acqua ai Fiori è il secondo romanzo della scrittrice Valérie Perrin, un insieme di emozioni contrastanti come la vita di ognuno di noi. Amore, sofferenza, gioia, tormento e rinascita si intrecciano in una storia ricca di sfaccettature, punti di vista diversi e colpi di scena.

Violette Toussaint vive in Francia, in Borgogna, nel comune di Brancion-en-Chalon ed è custode del cimitero cittadino.

La missione di Violette è quella di rendere il cimitero un luogo accogliente e allegro, per far sì che le anime di tutti i defunti (compresa quella di sua figlia) sorridano sempre. Si prende cura delle tombe e dei loro abitanti, cambia l’acqua ai fiori che contribuiscono a colorare l’atmosfera. Tiene anche un diario di tutte le sepolture in modo da avere una traccia dell’ultimo saluto, per far rivivere a chi non c’era il momento dell’addio.

Se ogni volta che penso a te spuntasse un fiore, il mondo sarebbe un immenso giardino.

Violette non si occupa solo delle anime dei defunti ma anche di quelle dei vivi che vengono a seppellire i loro cari. Li accoglie nella sua casetta al confine del cimitero per una tazza di caffè (o per un bicchierino di qualcosa di più forte). Silenziosa li ascolta, li consola e ha sempre una parola di conforto.

Mentre leggevo la storia mi sono accorta che Violette ascolta gli altri e le loro storie nella speranza che queste voci riescano a coprire la disperazione che la morte della figlia le ha lasciato dentro

Così Violette passa le sue giornate aprendo e chiudendo il cancello del cimitero, lavorando con i suoi colleghi, coltivando fiori in giardino e prendendosi cura del suo orto. Si direbbe che tutto proceda senza intoppi, almeno fino all’arrivo di un misterioso poliziotto marsigliese

Julien Seul si presenta alla porta di Violette con una richiesta particolare: posare l’urna con le ceneri della madre sulla tomba di un uomo che la donna aveva tanto amato, ma di cui il figlio ignorava l’esistenza.

Mentre Violette è costretta a fare i conti con il suo passato, in Cambiare l’Acqua ai Fiori troviamo anche un pezzo della vita di Irène Fayolle, madre di Julien, raccontata attraverso le pagine di un diario a cui ha lasciato il compito di custodire l’amore per un uomo che non era suo marito.

Nel passato di Violette c’è l’abbandono alla nascita, la vita nelle case famiglia, la mancanza di un’istruzione e l’incontro con Philippe Toussaint. Philippe sarà il primo ad offrirle l’amore e l’accoglienza che non aveva mai avuto.

Philippe è un uomo tormentato, figlio di due persone superficiali, che non sa quello che vuole e non è mai contento di quello che ha. Tradirà Violette con moltissime donne, non si accorgerà dell’amore che ha per la figlia fino al momento in cui la perderà. Come è comparso nella vita di Violette, Philippe sparirà nel nulla senza lasciare traccia

Anche se Cambiare l’Acqua ai Fiori è un libro molto amato a tratti l’ho trovato banale. In alcune parti credo che l’autrice abbia cercato di allungare il brodo, anche se non non ce n’era bisogno. La trama infatti è ben strutturata e permette al lettore di sentirsi parte della narrazione.

La lettura risulta comunque scorrevole, la storia è interessante e la penna di Valèrie Perrin è stata in grado di delineare dei personaggi reali e profondi, portando a galla tratti intimi e allo stesso tempo temuti della personalità umana.

“Perché una vita non si rifà. Provi a prendere un foglio di carta e strapparlo: per quanto rincolli ogni pezzo rimarranno sempre gli strappi, le pieghe e lo scotch”.

“È vero, ma una volta rincollato il foglio può continuare a scriverci sopra”.

Autore: Valérie Perrin
Titolo: Cambiare l’Acqua ai Fiori
Traduzione: Alberto Bracci Testasecca
Editore: edizioni e/o
Anno: 2019


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Tre – Valérie Perrin