“Da dove la vita è perfetta” è il terzo romanzo di Silvia Avallone pubblicato nel 2016, ambientato a Bologna e nei quartieri di “periferia”, nati dalla fantasia della scrittrice. La trama ruota attorno alle vite di cinque personaggi principali: Adele, Zeno, Manuel, Dora e Fabio.
Il titolo riesce, d’istinto, a suggerire al lettore che esista un luogo, un modo di vivere, un segreto da dove ha origine la vita perfetta.
In questa ideale ricerca, le storie dei personaggi sono legate da un forza comune: il destino, che insegue chi vorrebbe essere diverso. L’incipit in medias res ci catapulta all’interno delle loro vite, lasciando scoprire al lettore, attraverso la lettura e la tecnica del flahsback, nomi e caratteri dei personaggi.
All’Ospedale Maggiore di Bologna, in una stanza predisposta per il parto, Adele è nuda, rannicchiata a terra, in preda alle contrazioni. Ha scelto di lasciare fuori tutti dalla sala parto: la madre, la sorella, Manuel, il padre della bambina, e Zeno, il migliore amico.
Adele ha diciott’anni e sente il peso del giudizio sul suo pancione, su quell’errore che avvicina troppo la sua vita a quella di sua madre, Rosaria. La prima a non perdonarla e a non perdonarsi è proprio la madre.
“Ci era già passata. […] L’aveva capito di essersi giocata tutto per un cretino […]si era giurata: Mia figlia diventerà una persona libera.[…] Mia figlia avrà un titolo di studio tale, un tale italiano, un tale lavoro, che potrà fare le sue scelte e non dovrà mai sottomettersi a nessuno. E invece.”
Per una gravidanza inaspettata e non voluta, c’è un’altra storia, quella di Fabio e Dora non riescono ad avere figli. Fabio sta tradendo sua moglie quando lo incontriamo per la prima volta, carico d’insofferenza per lei e la ricerca ostinata un figlio che non arriva.
Quando il lettore assiste al tradimento ed è sul punto di provare dispiacere per Dora, la incontra. È lei la prima a recitare il titolo del romanzo quando descrive la panchina dove lei e la sua migliore amica sedevano durante gli anni universitari e “da dove la vita è perfetta”. Attraverso un flashblack, Dora ripercorre gli avvenimenti di quel mattino, lo scontro per strada con la stessa migliore amica, incinta a sua insaputa, la fuga di Fabio davanti alla scenata della moglie.
A questo punto diventa chiara la ragione che sta allontanando Dora e Fabio. Dopo anni di Fivet e tentativi di fecondazione assistita, i due sono intrappolati nel loro fallimento più grande, l’ennesimo dopo la protesi alla gamba di lei e le frustrazioni di lui: non poter diventare genitori.
Eppure il loro legame, in alcuni capitoli del romanzo, mostra una tenacia e una resistenza d’altri tempi. Il segreto sta nell’accettazione delle mancanze, di quello che, secondo noi, la vita ci deve. Per poi scoprire che la vita, in realtà, non ci deve nulla.
“Li aspettava l’ennesimo Natale triste, senza figli […] Però, lui la amava. [..] pensò che avrebbe fatto qualunque cosa per renderla felice, che le sarebbe stato accanto per sempre. Perché era lei, la famiglia migliore”
Zeno è l’anello di congiunzione tra la storia di Adele e quella di Dora, amico della prima e alunno di Dora. Un ragazzo di diciassette anni, che si occupa di sua madre colpita da una forte depressione e vive nel palazzo accanto a quello di Adele. La osserva così spesso da riempire un intero file Word su di lei e inventare una storia su di loro. Una storia fantastica che diventa reale quando i due si incontrano davvero e si parlano per la prima volta dai balconi di casa. Da quel momento in poi Zeno accompagnerà Adele per tutta la gravidanza, cresceranno insieme. Lo stesso personaggio aiuterà Dora, la sua insegnante, a riflettere sui desideri, su quanto a volte siano egoistici e deleteri per i rapporti umani. Lui, a soli diciassette anni, ha già imparato la lezione, rinunciando a una borsa di studio a Parigi per prendersi cura della madre.
Questo libro merita di essere letto per i temi attuali che affronta e per la naturale oggettività con cui vengono affrontati. La maternità viene analizzata su due piani completamente diversi, quello dell’errore che si rivela opportunità di crescita e quello dell’ossessione, dell’impresa vittoriosa di mettere al mondo una vita. Il tema della genitorialità viene affrontato in modo non convenzionale, lontano da stereotipi e comandamenti: quand’è che uno diventa genitore? Quando lo desidera, quando partorisce, quando lo esige e lo pretende? Sarà Fabio a rispondere in maniera sincera e umana a questa domanda.
Il tema dell’amore e del perdono vanno di pari passo e rappresentano la grande forza di questo romanzo, il motore che muove le pagine e il lettore verso un finale inaspettato.
Autore: Silvia Avallone
Titolo: Da dove la vita è perfetta
Editore: Rizzoli
Anno: 2016
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