“Siamo in un momento cruciale della nostra epoca. Come un enigma in cui devi aprire la porta giusta per venirne a capo. E tu, essere umano, quale porta sceglierai di aprire?”

Queste sono le parole di Margaret Atwood che troviamo in un’intervista rilasciata al Guardian, in occasione dell’uscita de I Testamenti (Ponte Alle Grazie), atteso sequel de Il Racconto dell’Ancella.

Per chi non avesse ancora sentito parlare di questo romanzo rivoluzionario, Il Racconto dell’Ancella è ambientato a Gilead, un regime teocratico totalitario, in ascesa dopo aver spodestato il governo statunitense. I Comandanti gestiscono la politica interna ed estera, mentre le loro Mogli si occupano della casa, del giardinaggio e di portare avanti il buon nome della famiglia, principalmente, attraverso le Ancelle, un gruppo ristretto di donne rimaste ancora fertili, in un periodo di insufficienza di beni primari e devastazioni atomiche. Con una cerimonia che ha del grottesco, il Comandante costringe l’Ancella ad avere con lui rapporti sessuali, mentre la Moglie affianca la donna e la sostiene, come se fosse uno strumento inanimato.

I Testamenti è narrato attraverso tre punti di vista: quello di Daisy, ragazza adolescente che vive in Canada e che ha studiato il fenomeno della nascita di Gilead soltanto sui libri; la semi coetanea Agnes, la quale, invece, a Gilead è cresciuta; e di Zia Lydia, che scopriamo essere non solo il giudice morale di questo regime totalitario, ma anche un ex magistrato, che del rispetto delle regole e della parità di genere aveva fatto la sua personale battaglia, in quella che a Gilead chiamano vita precedente.

Il filo conduttore invisibile di queste tre narrazioni è Difred, l’Ancella protagonista del primo romanzo e dell’adattamento televisivo omonimo, che in questo secondo libro vive attraverso la memoria delle due ragazze.

I Testamenti offre una nuova chiave di lettura sul personaggio complicato e incoerente di Zia Lydia: se siete appassionati della serie TV avrete visto anche voi la puntata dedicata interamente a questa donna, dove i creatori tentano di farci conoscere il suo lato umano, aprendoci una finestra sul suo passato. A mio parere, quello sul piccolo schermo è stato un tentativo non del tutto soddisfacente; Margaret Atwood, invece, rivela una Lydia inedita, sempre più subdola e calcolatrice, ma con una sensibilità diversa da quella che conosciamo, e un senso di giustizia che, finalmente, agisce come una bussola perfettamente funzionante.

“E’ stato importantissimo, per la mia crescita personale, il privilegio di poter essere come una mosca sul muro; o, per meglio dire, un orecchio nel muro. […]. Negli anni ho migliorato la sensibilità dei microfoni, li ho accordati ai bisbigli, ho trattenuto il fiato per vedere quale delle nostre nuove reclute mi avrebbe fornito le ignominiose informazioni che raccoglievo e bramavo allo stesso tempo”.

Se nel primo romanzo Atwood lascia più spazio al mondo delle Ancelle, in questo ci introduce la dimensione delle Mogli e delle spose bambine (perché i loro matrimoni vengono combinati nell’istante in cui compare la prima mestruazione). Particolarmente straziante è la scena in cui Agnes vede per la prima volta una biblioteca e ne rimane affascinata, quanto intimorita, soprattutto per il fatto che avrebbe dovuto imparare a leggere in età adulta.

Considerai l’idea di scappare di casa, ma come avrei potuto riuscirci, e dove sarei andata? Ignoravo tutto della geografia: a scuola non la studiavamo perché il nostro quartiere doveva bastarci, e di che altro avrebbe avuto bisogno una Moglie?”.

Lo stile di Atwood è inimitabile: scorrevole, asciutto, stimola tutti i sensi del lettore, con descrizioni precise e ad effetto, che non incespicano in metafore forzate.

Avevo alcune riserve su questo sequel, perché sapevo che la scrittrice avrebbe ripreso a narrare la storia di Gilead da dove la TV l’aveva interrotta, soltanto con un’iperbole di quindici anni. Ho trovato, invece, un romanzo che splende di una luce nuova e fresca, che poco dipende dalla serie, ma che sarà sicuramente di ispirazione per gli adattamenti futuri.

Autore: Margaret Atwood
Titolo: I Testamenti
Editore: Ponte Alle Grazie
Traduzione: Guido Calza
Pagine: 502
Anno: 2019