Può una lettera cambiare il mondo? Forse no, ma può cambiare la vita di un piccolo paese, può contenere dei frammenti di esistenza che diventano parte della vita di un’altra persona, dando il via a una catena infinita.
Porvenir è un piccolo paese spagnolo che ancora resiste alla forza fagocitante della metropoli, dove tutti si conoscono e la vita scorre lentamente e senza particolari cambiamenti. Ma c’è un problema: nessuno scrive o riceve più lettere. L’ufficio postale verrà presto chiuso e la postina Sara dovrà trasferirsi in città insieme ai suoi tre figli. La sua amica Rosa non riesce ad accettare di perdere quella che per lei è sempre stata come una figlia e decide di fare un ultimo tentativo: formare “una catena di parole talmente lunga da arrivare fino in città, e talmente forte che nessuno la potrà spezzare”.
Ogni lettera è una finestra sulla vita di un nuovo personaggio, i suoi pensieri più intimi, i suoi desideri, i suoi problemi. E ogni lettera sarà una tessera in grado di scatenare l’effetto domino, di innestare un cambiamento, di trasformare Povernir e soprattutto la vita di chi la leggerà.
In un periodo in cui le uniche lettere che riceviamo sono le bollette e le comunicazioni, anche se scritte e più o meno lunghe, avvengono in tempo reale, le catene di lettere mi fanno pensare alle catene di cartoline della mia pre-adolescenza, a qualcosa di altri tempi. Invece no: pur non rifiutando la modernità – Sara e Rodolfo, due dei personaggi principali comunicano prevalentemente via chat – Il club delle lettere segrete è un omaggio all’arte di scrivere le lettere, questa forma narrativa tutta particolare a metà strada fra il diario, la confessione e il racconto. Uno strumento antichissimo, fragile e potente che dovremmo preservare. Le lettere non sono un semplice mezzo di comunicazione o un esercizio di scrittura, bensì “scampoli di vita” che vanno trattati con rispetto, in grado di trasmettere emozioni, dare conforto nei momenti di tristezza, esprimere amore.
Grazie alle lettere veniamo a conoscenza di personaggi unici eppure estremamente normali, alle prese con scelte, problemi ed emozioni in cui tutti si possono riconoscere. Li conosciamo intimamente e li sentiamo vicini come se fossero i nostri parenti e amici. E alla fine del romanzo avrei voluto anch’io trasferirmi a Porvenir, ma purtroppo, l’unico che ho trovato su Google è in Cile – non mi resterà che dare inizio alla mia catena di lettere segrete, magari in una versione 2.0 in grado di superare barriere linguistiche e confini geografici. In fin dei conti le lettere sono un mezzo di comunicazione che è sopravvissuto per millenni grazie alla sua capacità di adattarsi alle nuove tecniche di scrittura, senza perdere la sua essenza.
Autore: Ángeles Doñate
Titolo: Il club delle lettere segrete
Titolo originale: El invierno que tomamos cartas en el asunto
Traduzione: Alice Pizzoli
Editore: Feltrinelli
Anno: 2015
2 commenti
Se può servire a riprendere questa bella abitudine si può credo aver pazienza per gli strafalcioni che però ci consegnano una persona come realmente è. Ho molta nostalgia delle lettere che in collegio ricevevo dai miei genitori ma innanzitutto dagi amici che con il racconto delle cose loro mi facevano assaporare le emozioni che avrei provato anch’io finito il collegio. Scriver lettere è bello e dovremmo riprender a farlo. Ciao
La storia poteva essere originale, ma è talmente farcita da innamoramenti a distanza, baci che non arrivano mai, genitori ammalati e feste a sorpresa (e purtroppo anche da molto altro), che l’idea centrale si perde e si confonde. Non c’è un finale: ce ne sono troppi. L’autrice annaspa fino alla fine e continua ad aggiungere, aggiungere, aggiungere… Troppe anche le citazioni: sfoggio di erudizione o ulteriore infarcitura? Quel che è peggio però sono le imprecisioni stilistiche ma soprattutto i numerosi errori di grammatica e sintassi di cui è pieno il libro. È inaccettabile che vengano pubblicati strafalcioni simili: …un borsa di studio… …San Paolo avevano utilizzato… e molto altro, e molto peggio. Decisamente, leggete altro.