Ecco la ricetta. Prendete Il grande Gatsby. Ambientatelo a Londra ai giorni nostri. Trasformate il ricco personaggio di Fitzgerald in un magnate russo. La voce narrante di Nick Carraway diventa quella di Nicholas, giovane libraio di Chelsea. Trasformate l’eroina Daisy nella bella e sofisticata e inavvicinabile Natalia Summerscale. Ed ecco che avrete Il grande Gorsky.

In effetti l’autrice, Vesna Goldsworthy, non fa nulla per nascondere il suo modello. Anzi, fin dal titolo gioca sulle assonanze e sulle similitudini con il celebre predecessore. Il personaggio stesso di Nicholas giustifica il titolo del romanzo in cui si trova descrivendo così il suo co-protagonista:

«C’era qualcosa di così ovvio nel suo aspetto, in quella sua aria solitaria e taciturna che, sin dal primo giorno, lo chiamai con l’appellativo di “Grande Gorsky”, un accostamento ideale al Grande Gatsby».

Del resto Nicholas è un letterato, un giovane scappato dalla guerra in Jugoslavia con in tasca un dottorato in letteratura e pochi soldi di eredità. Un giovane appassionato di libri che si trova prima ad essere commesso di una piccola libreria indipendente e poi, con la comparsa di Roman Borisovic Gorsky, di colpo catapultato nel mondo opulento e glamour dell’oligarchia russa a Londra.

In una recente intervista l’autrice, di origini serbe ma trasferitasi a Londra trenta anni fa, ha giustificato questa sua trasposizione letteraria con la quale ha imbastito il suo primo romanzo. In effetti ha dichiarato che volendo descrivere la Londra di oggi non poteva non affrontare l’argomento “denaro e avidità” e così le è subito venuto in mente il capolavoro di Francis Scott Fitzgerald. Dovendo poi descrivere un ricco nella capitale del Regno Unito era naturale che la scelta cadesse su un oligarca russo.

Così Gorsky assolda il giovane Nicholas per compiere un’impresa senza precedenti. Sta ristrutturando casa nella stessa strada in cui si trova la piccola libreria indipendente e questa casa deve assolutamente avere una biblioteca appositamente studiata per un gentiluomo russo di grande cultura. Starà a Nicholas scegliere tra i libri d’arte, letteratura, viaggi e ovviamente le prime edizioni, Bibbia compresa, in ottime condizioni, sensa badare a spese. In questo modo Gorsky spera di fare colpo e di conquistare il cuore di Natalia.

Attraverso la prima edizione del Childe Harold dedicato da Byron a Mary Shelley, la Bibbia personale di Puškin, la Storia d’Inghilterra di Thomas Macaulay con il timbro della biblioteca scolastica di Harrow e una serie di annotazioni a margine apposte dal quattordicenne Wiston Churchill, Una stagione all’inferno con una rilegatura in pelle ricavata da una valigia che Rimbaud aveva aquistato a Luxor, dove il cartellino originale con l’indirizzo scritto di suo pugno era stato trasformato in un segnalibro. Sogni di ogni bibliofilo bibliomane.

Natalia è infatti il grande amore di Gorsky, dai tempi in cui era una studentessa di Storia dell’Arte a San Pietroburgo. Quando Gorsky la ritrova a Londra è sposata da sette anni con Thomas Summerscale, ricco imprenditore inglese che ha saputo darle quello che non aveva, togliendola da una condizione di indigenza e ha una figlia di nome… Daisy.

Il protagonista di questo romanzo però non è Gorsky, bensì Londra. Una Londra dove molti particolari sono frutto della fantasia, il palazzo di Gorsky, la libreria, ma l’atmosfera e altri luoghi della città sono riportati e descritti con mirabile maestria.

Altro protagonista assoluto di questo libro è la letteratura russa. Per i profondi conoscitori di quest’ultima infatti questo romanzo diventerà una sfida a riconoscere tutti i riferimenti diretti e indiretti a scrittori e poeti russi, disseminati nel romanzo. Verso la fine del romanzo ad esempio, Natalia si china nella stanza vuota a raccogliere una matita, perché quella stanza trabocca dello spirito di Anton Cechov…

Il libro è una sorta di grande favola moderna. Sta al lettore scovare e condividerne o meno la morale sottesa. In gioco ci sono i grandi temi dell’esistenza, le grandi speranze, l’amore, la nostalgia, il tempo che passa. E l’interrogativo iniziale che ha spinto l’autrice a narrare questa storia: i soldi possono tutto? O è meglio accontentarsi di altri beni rifugio, come la letteratura?

Vesna Goldworthy
Il grande Gorsky
Traduzione di Mariagiulia Castagnone
Mondadori, 2015