Il pittore inquieto e la ragazza del fiore (Editrice Santi Quaranta) racconta la vita affascinante e la singolare personalità del pittore e incisore Gino Rossi (Venezia 1884 – Treviso 1947). Artista di rilievo nel panorama pittorico veneto, espose le proprie opere a Venezia e a Parigi accanto alle grandi personalità di Gauguin, di Van Gogh e dei Fauves.

Nato a Venezia nel 1884 da una famiglia di condizioni benestanti, Gino studiò riluttante e per volontà del padre presso il Collegio dei padri Scolopi alle porte di Firenze. Un successivo viaggio a Parigi in compagnia dell’amico e scultore Arturo Martini svelò a Gino il mondo artistico parigino. Seguendo l’esempio di Gauguin, si recò quindi in Bretagna, in cui realizzò il famoso dipinto La fanciulla del fiore. Le sue opere rivelano le influenze e le tendenze più diverse: dal sintetismo di Gauguin a stilizzazioni liberty, dal colore esaltante a una rigorosa ricerca formale, fino ai tardi tratti cubisti e alla maniera pittorica di Cézanne.

Scritto da Giovanni Tonellato e Nicola Tonelli, il libro indugia in modo particolare sulla malattia psichica che lo tormentò per l’intera vita, e che il dramma della guerra, la prigionia e particolari crisi familiari peggiorarono irrimediabilmente. Il romanzo ha due diversi registri di scrittura, che si alternano con toni diversi. Uno, più realistico e concreto, ha come voce narrante l’oste della Colonna, dove si era costruito un vivace circolo culturale intorno alla figura di Arturo Martini; l’altro, più poetico e sognante, è costituito dal diario che gli Autori attribuiscono a un Gino adolescente, quando frequentava il collegio degli Scolopi.

Il pittore inquieto e la ragazza del fiore descrive gli anni dell’internamento di Gino Rossi al manicomio di Sant’Artemio di Treviso, dove morì nel 1947. Gli autori immaginano che Gino, abbandonato da tutti, abbia trovato la compagnia di Martina, una ragazza costretta ingiustamente dal patrigno alla segregazione, con cui condividerà pochi ma preziosi momenti di confronto.

Non lo capivo, ma ero contenta perché i suoi occhi si illuminavano quando parlava di arte.

“Perché hai smesso di dipingere?”.

“Ho perso il colore buono”.

“E qual è quello buono?”.

“Quello che non sussurra, è spavaldo e affronta la vita a testa alta”.

Come poteva parlare di un colore come fosse una persona viva? Poi se ne andava e restavo sola.

Giovanni Tonellato, Nicola Tonelli
Il pittore inquieto e la ragazza del fiore
Editrice Santi Quaranta
2015