Idealmente, ho trascorso l’estate 2016 in Danimarca. Perché ormai mi sentivo di casa dopo aver letteralmente divorato i sei romanzi della serie “I casi della sezione Q”, scritti da Jussi Adler-Olsen. Pubblicati in Italia da Marsilio, e inseriti stabilmente nella serie Giallosvezia, i libri di Olsen aggiungono un nuovo fortunato filone alla letteratura poliziesca scandinava. Protagonista di tutta la serie è Carl Mørck, poliziotto svogliato e burbero, una spina nel fianco per tutti i colleghi. Lui è l’unico superstite di una sparatoria in cui un collega è morto ed un altro è rimasto paralizzato. E molte ombre si addensano su quell’episodio. Viene per questo “confinato” dai superiori nello scantinato della sezione di polizia, alla guida di una improbabile “Sezione Q”, reparto speciale per i casi irrisolti (quelli che una fortunata serie televisiva chiamava Cold Case).

La squadra che lo affianca è altrettanto assortita: il siriano Assad, dal passato misterioso e dagli agganci pericolosi, e la segretaria Rose, vittima (o no?) di sdoppiamento di personalità.

Eppure, questa sgangherata combriccola tiene incollati milioni di lettori alle storie di Olsen. L’esordio era stato fulminante: “La donna in gabbia” ripercorre la storia di Merete Lynggaard, giovane parlamentare danese di successo, che scompare mentre è a bordo di un traghetto. Nonostante le ricerche, non viene mai ritrovata. Fino a che, cinque anni dopo, Carl Mørck si ritrova il fascicolo sul tavolo della Sezione Q. Ricostruendo a distanza di tempo l’intreccio tra vicende politiche e familiari, Mørck e Assad si mettono sulle tracce di un folle, convinti che la donna sia ancora viva ma che il tempo stia per finire.

È invece uno scavo nel marcio della società, dalle sue basi fino ai vertici, il risultato dell’indagine di “Battuta di caccia”. Il caso – riaperto e risolto dopo vent’anni – è quello dell’omicidio di due ragazzi, fratello e sorella, ritrovati nella loro casa di vacanza. Le indagini della polizia conducono a un gruppo di studenti ospiti di un collegio molto esclusivo nelle vicinanze. Dopo vent’anni i protagonisti hanno assunto ruoli di rilievo, ma la vena di follia della giovinezza non si è ancora esaurita.

La serie prosegue con “Il messaggio nella bottiglia” (dopo aver galleggiato sulle acque del mare per chissà quanto tempo, una bottiglia che racchiude un vecchio messaggio finisce sulla scrivania di Mørck. Un grido di aiuto scritto con il sangue: due fratelli imprigionati in una rimessa per le barche chiedono di essere liberati), con “Paziente 64” (uno dei più sconvolgenti della serie), storia di una piccola isola dove un tempo non molto lontano venivano relegate donne scomode, o semplicemente sfortunate, umiliate e maltrattate in nome del mantenimento di un ordine folle.

Negli ultimi due, “L’effetto farfalla” (storia di un giovane accattone che riesce a disertare, mettendo in pericolo la propria vita a causa di un segreto di cui è venuto a conoscenza) e “La promessa” (in cui Mørck cerca di risolvere un caso che un collega seguiva da 17 anni, senza successo, e in cui intrecciano sette esoteriche, guru manipolatori e drammi personali), Olsen tocca i vertici della sua serie. I racconti sono crudi, gli intrecci avvincenti. Lo scrittore riesce a disegnare i personaggi con nitidezza e profondità. Ed è un maestro a scavare nei tormenti, nella follia, nella violenza dei protagonisti. La squadra della Sezione Q è ormai affiatata: Mørck cerca di reggere il peso della responsabilità dell’invalidità del collega, i rapporti con la ex moglie e con il Rose oscilla tra sensibilità, svagatezza e durezza. Ma è soprattutto Assad a ritagliarsi un ruolo sempre più centrale nelle trame di Olsen. Pittoresco nei modi, acuto e spietato sul lavoro, è più che un aiutante per Mørck, anche se di lui si sa ancora troppo poco.

Non manca, in tutta la serie, una vena di feroce comicità, utile a tirare il fiato dopo pagine e pagine di tensione. Più realistico di Camilla Lackberg, meno cupo del compianto Henning Mankell, Jussi Adler-Olsen si distingue per la straordinaria capacità di descrizione dei suoi personaggi e dei loro fantasmi. La trovata letteraria di dover riaprire casi irrisolti permette questa trovata della doppia velocità: la lentezza e la pazienza necessari per scavare nel passato, per riportare alla luce storie che tutti vogliono dimenticare. E la velocità di chi pensa di essere ancora in tempo per fare giustizia.

Autore: Jussi Adler-Olsen
Titolo: La promessa
Editore: Marsilio
Anno: 2016