Uno dei primi libri che ho letto da piccola si chiama La bambina col falcone. É uscito l’anno in cui sono nata, e faceva parte dei tanti libri per ragazzi della biblioteca personale di mia madre, insegnante di lettere. Inutile dire che mi innamorai delle vicende di Costanza e Melisenda, anche se non conoscevo bene il periodo storico (il libro è ambientato nel Medioevo, ai tempi di Federico II), o i suoi protagonisti, né tantomeno sapevo cosa fosse un falconiere. Tuttavia, come spesso accade, la Storia si impara meglio se a guidarci nei suoi meandri sono quell’insieme prodigioso di eventi, emozioni e sentimenti che ci rendono tanto care le storie e le vite di personaggi anche lontanissimi nel tempo e nello spazio. Bianca Pitzorno, di cui in seguito lessi tutto quello che riuscii a trovare, è stata per me una guida preziosa. E di questo, ancora oggi, la ringrazio.

***

Per prima cosa, che nessuno si lasci spaventare anche solo per un attimo dalla mole dell’ultimo libro di Bianca Pitzorno. Sono quasi 500 pagine, è vero, ma si lasciano leggere d’un fiato. Scorrevoli, intriganti, spesso divertenti, a momenti intense: arrivati alla fine vorreste solo che ce ne fossero ancora.

Protagonista della storia è Ada Bertrand Ferrell, ricercatrice e insegnante di lettere antiche presso l’Università di Bologna. Nel 1979 Ada ha 37 anni. Non è sposata, ma convive da anni con Giuliano, un avvocato. A Cambridge, durante una conferenza a cui è stata invitata a partecipare, una serie di accadimenti investono la vita di Ada.

Per la precisione, nell’ordine: conosce una misteriosa studentessa di nome Estella che, contrariamente alla sua volontà, ha fama di essere una efficacissima medium; finisce a letto con un perfetto (e tenebroso) sconosciuto; riceve dalla cugina Lauretta la notizia che l’amatissimo zio Tan, che sta per Tancredi, ha iniziato una progressiva e inevitabile, alla sua veneranda età, discesa negli Inferi con un cosiddetto “colpetto”…

Le vicende di Cambridge sono la chiave con cui Pitzorno sembra spalancarci un varco sulla vita di Ada, sulle sue origini e sulla sua complicata storia familiare. Anzi, sulle tante storie intrecciate tra loro che coinvolgono la sua famiglia fin da secoli passati.

Di fronte a un tale spaccato, il tentativo di riassumere una “trama” è da ritenersi pressoché vano: tutto ciò che accade, nel corso di pochi mesi dopo la conferenza di Cambridge, alla colta e vivace e Ada (che in spirito non è poi dissimile da una versione adulta di Prisca Puntoni) è come impreziosito e arricchito da continue digressioni, o meglio, incursioni narrative nel passato della sua famiglia.

Ritornano poi con una vividezza impressionate alcuni personaggi cari a Pitzorno in molti suoi libri: non con nomi e cognomi, certo, ma sotto forma di “tipi” che sembrano reincarnarsi ogni volta al centro delle sue storie. Una fra tutti, nonna Ada: un “carattere” inflessibile e severo per una donna di ferro che, tuttavia, non esita a far sistemare vicino al suo letto le nipotine orfane (Adìta, affettuoso nomigliolo, e Lauretta) nel caso si sveglino piangendo nella notte e abbiano bisogno di essere consolate.

La facilità e, soprattutto, la naturalezza con cui Pitzorno riesce a raccontare l’universo femminile (e, perché no, in molti casi anche quello maschile) è cifra della sua finezza di autrice. Se si pensa poi al tema del titolo, la vita sessuale degli antenati (il cui simpatico sottotitolo non può che far sorridere: spiegata a mia cugina Lauretta che vuol credersi nata per partenogenesi), è chiaro fin da subito che non c’è spazio per pruderie, né ostentazioni.

C’è solo un lungo racconto onesto, che non si tira indietro di fronte agli aspetti più reconditi e ambigui della vita emotiva dei personaggi, illuminandone gli angoli con la luce serena della ragione e, in alcuni casi, del ricordo. Nessun falso pudore allusivo, dunque, nessun buco di serratura da cui spiare l’intimità altrui. Al suo posto, una sana e genuina curiosità e un po’ di leggerezza mai fine a se stessa.

Molto altro ci sarebbe da dire, e molto altro Pitzorno sembra avere ancora da raccontare sui Bertrand Ferrell e le loro piccole follie. Tutto ciò che nel libro rimane aperto, come un nodo non stretto, ho deciso di interpretarlo come un buon auspicio: che Bianca possa presto riprendere la penna in mano e trascinarci ancora una volta nella spirale delle sue storie.

Autore: Bianca Pitzorno
Titolo: La vita sessuale dei nostri antenati
Editore: Mondadori
Anno: 2015