Di Ned Beauman mi son ritrovato a leggere un’intervista pubblicata in un numero dell’edizione italiana di Rolling Stone, il magazine che dà spazio alla musica rock e a molto altro che fa tendenza. Ecco, il ventisettenne londinese Ned Beauman veniva descritto come un romanziere di tendenza. La foto che lo immortalava mentre beveva da un mug mi piaceva, il tipo di personaggio anche: ad esempio, ricordo che era andato a Berlino per trarne ispirazione ma che poi lì la gente non faceva altro che perdere tempo. Lui si svegliava presto o robe del genere. Fatto sta che se ne andò via deluso, scelse New York. Aveva scritto due romanzi, il primo era stato finalista al First Book Award del Guardian, e gli valse la nomination nella rosa dei 12 Migliori nuovi scrittori inglesi del 2011. Il secondo romanzo appena pubblicato in Italia con il titolo “La macchina fatale” (“The Teleportation Accident” originalmente) era stato invece eletto libro dell’anno per Observer, Daily Telegraph ed Evening Standard.

La macchina fatale di Ned Beauman si inserisce in un contesto storico, la Berlino degli anni ’30, una storia assai fantasiosa, divertente, e dai risvolti noir. Infatti un giovane scenografo di teatro, dal nome di Egon Loeser, si ritrova ad avere a che fare con un congegno di teletrasporto per un’opera teatrale che voleva allestire. A idearne uno molto tempo addietro fu un importante scenografo veneziano, dal nome di Lavicini. Purtroppo un malfunzionamento causò un vero disastro e il protagonista deve pertanto escogitare nuovi meccanismi per evitare di ripeterne la sventura. Questo almeno quanto scopriamo nelle prime pagine.

La lettura è scorrevole e regala momenti di puro divertimento. Il protagonista è infatti un giovane maldestro, buffo direi, che sembra costantemente sballottato dagli eventi del mondo. Si caccia in guai senza volerlo, cerca di realizzare qualcosa e inevitabilmente gliene capita qualcuna. Ad una festa conosce una bella giovane, Adele Hitler (sì, proprio con quel cognome), se ne innamora e per seguirla andrà incontro a molte avventure: sì, perché Egon Loeser è un ragazzo dal forte appetito sessuale, puntualmente messo a dura prova dagli eventi circostanti. I personaggi sono ben delineati, ce ne sono davvero di memorabili. Su tutti il Colonnello Gorge, affetto da una strana quanto esilarante malattia: vede infatti come veri i disegni.

C’è poi un cambio di registro oserei dire. Si passa da una storia molto divertente e che ben si presterebbe ad essere inscenata in una commedia, ad un racconto che possiede le caratteristiche del thriller. Senza voler svelare la trama, dico solamente che questa scelta non mi è piaciuta moltissimo, in quanto si è finiti nel raccontare qualcosa di non verosimile. Pertanto se la prima parte aveva la mia massima approvazione, la seconda mi ha convinto di meno. E così spiego il 4/5 finale.

Il libro merita di essere letto perché diverte e perché di questo Ned Beauman ne sentiremo parlare ancora. Di conseguenza lo consiglio a chi ha voglia di leggere un romanzo fresco, avvincente e con delle trovate davvero interessanti, che mantiene sullo sfondo la Storia. Il protagonista, lo ripetiamo, è un giovanotto arrapato, non si scandalizzino le signorine.

Autore: Ned Beauman
Titolo: La macchina fatale
Titolo originale: The Teleportation Accident
Traduzione: Vincenzo Mingiardi
Editore: Neri Pozza Editore
Anno: 2013