L’incontro con il canadese Simon, avvenuto durante un’escursione in Alta Savoia nell’estate 1988, cambia inaspettatamente la vita di Lorenzo Barbiè, autore di “Pacific Crest Trail – A piedi sulle montagne del Far West”. Quest’ultimo non poteva immaginare che quella circostanza l’avrebbe portato, venti anni dopo, a dotarsi del soprannome Wolker Wolf e a divenire il primo italiano a percorrere per intero il sentiero delle creste del Pacifico, un cammino lungo 4287 km che attraversa alcuni tra i luoghi più iconici degli Stati Uniti Occidentali, collegando il confine messicano a quello canadese.


Avendo completato il P.C.T. alcuni anni prima, Simon diventa per Lorenzo l’anello di congiunzione tra il mito americano che risiedeva nella sua fantasia e la realtà. Il “contagio” è pressoché immediato e l’alpinista torinese inizia a studiare il percorso e a pianificare la spedizione, programmata in occasione del pensionamento. Quale modo migliore di festeggiare per un appassionato di esplorazioni!


“Presto, infatti, il pensiero di quel cammino attecchì nella mia mente, diventando un’idea fissa e ricorrente; il tarlo si era ormai insinuato nel mio cervello e là lavorava giorno dopo giorno.”


Non c’è malessere interiore, non c’è fuga dietro a questo progetto, solo il puro desiderio di realizzare un sogno e di avere un contatto con la vera wilderness, con una Natura grandiosa e pressoché intatta fatta di deserti, montagne, laghi, boschi e torrenti. Una Natura che, proprio perché estremamente selvaggia, non risparmia i pericoli, ma regala a chi vi si addentra e vi si adatta con rispetto un’esperienza unica, sia a livello fisico che psicologico.


“Nel cammino solitario, è quanto mai attivo un lavorìo mentale fatto di elucubrazioni interiori, ricordi, motivi musicali, speculazioni di ogni genere […] Riaffiorano memorie sepolte dalla polvere del tempo, si affacciano persone, eventi, minimi particolari del proprio vissuto, persi in chissà quale meandro della mente.”


Effettivamente non sono solo le gambe a far proseguire un thru-hiker (così viene definito chi percorre almeno 500 miglia lungo il trail). Occorre una buona dose di lucidità mentale e determinazione. Nel descrivere le varie tappe, l’autore svela con sincerità e ironia emozioni e riflessioni e attraverso il suo sguardo limpido e genuino trasmette un chiaro messaggio al lettore: lontano dai ruoli, dalla civiltà e dal cemento, l’umanità si esprime ai suoi massimi livelli di autenticità e altruismo.
Uno degli aspetti più toccanti evidenziati da Barbiè è infatti quello dei legami umani creati con gli altri hikers e con i trail angels, coloro che per puro spirito di fratellanza assistono gli escursionisti offrendo loro passaggi, pasti, riparo, ospitalità ed ogni altro aiuto possibile.


“Nella mia mente comincio a percepire un fondo di estraneità e di distacco, come se mi sdoppiassi; una parte di me è immersa nella realtà, mentre l’altra parte osserva la prima quasi fosse spettatrice di un film che interpreta in presa diretta la mia vita”.


Questo libro è uno scrigno colmo di preziosi consigli pratici per chiunque sia mai stato solleticato da un progetto simile e voglia comprendere cosa concretamente significhi trascorrere quasi cinque mesi in cammino senza lussi, senza la maggior parte degli oggetti e delle abitudini che regolano la vita quotidiana, lontani dai propri cari e da tutto ciò che comunemente chiamiamo “casa”.
Dalle premesse alla conclusione è chiaro che per l’autore quest’avventura rappresenta uno spartiacque emozionale e che le meraviglie incontrate compensano qualsiasi privazione, assegnando un valore speciale ad ogni gesto.

C’è un prima e un dopo Pacific Crest Trail, per chiunque lo percorra. E dopo, ogni cosa non può che essere diversa.

Autore: Lorenzo Barbiè
Titolo: Pacific Crest Trail – A piedi sulle montagne del far West
Editore: Fusta
Pagine: 288 con inserto a colori di 32 pagine
Anno: 2019