Si apre con una citazione in esergo tratta da “Libera nos a Malo” di Luigi Meneghello il romanzo di Paolo MalagutiSe l’acqua ride” (Giulio Einaudi Editore), che ha ottenuto il riconoscimento del Premio Campiello “Selezione Giuria dei Letterati”.

Per chi ha letto l’opera di Meneghello, amando quel linguaggio e quelle vicende proprie di un Veneto novecentesco che già non esiste più, questa introduzione è un buonissimo auspicio. La speranza di ritrovare quelle atmosfere si concretizza già nelle primissime righe, causando il duplice effetto di un sorriso a stamparsi in volto e – l’appassionato lettore conosce quel momento – del cuore a riscaldarsi di entusiasmo.

Evviva! Si può tornare a riassaporare il gusto di quella particolare lettura, si riavvolge il nastro e si ricomincia, ma intraprendendo un viaggio tutto nuovo. Una penna diversa da Meneghello ma che, lo abbiamo imparato dalle opere precedenti, è altrettanto valida e garanzia di una lettura piacevole.

Questa storia nasce da un episodio accaduto all’autore durante una presentazione di un suo precedente libro, quando ricevette in regalo un’opera incentrata sui barcari, che nella bassa padovana, il territorio in cui è cresciuto lo stesso Malaguti, erano i trasportatori delle merci prima che il boom economico portasse i camion a prenderne il posto. Una storia dimenticata potremmo dire, che l’autore ha recuperato in questo romanzo. Si parla perciò di barcari e di bùrcio (bùrchio), la tipica imbarcazione a fondo piatto utilizzata nei canali e nei fiumi veneti con cui si trasportava viveri e merci anche fino a Venezia e in laguna.

In queste pagine facciamo la conoscenza di un ragazzino veneto, che fa Ganbeto di soprannome, all’ultimo anno delle scuole medie. Siamo negli anni ’60 e ci troviamo, come detto, nella bassa padovana con i suoi canali. Un linguaggio che fa uso di parole e termini del dialetto veneto, espressioni desuete che ci portano inevitabilmente a immergerci in quegli anni così lontani, dove la televisione e il bagno in casa erano ancora delle novità.

Ganbeto cresce con la volontà di diventare egli stesso barcaro come il nonno Caronte, che con la sua barca Teresina insegna al giovane nipote la professione. Ma siamo negli anni in cui il progresso fiorisce e investe tutta l’Italia, con le sue fabbriche, le vespe, l’imporsi della televisione. Questa nuova epoca che si affaccia mette di fronte al giovane ragazzo le incognite di una professione repentinamente messa a dura prova dall’arrivo dei motori e del trasporto su strada. Già il padre ha scelto la sicurezza di un lavoro in fabbrica…

Una storia emozionante, che potrebbe essere accaduta davvero, con cui tornare assieme a Ganbeto ad affrontare quella tumultuosa età adolescenziale e il passaggio tra un’epoca e un’altra; imparando anche cosa vuol dire l’espressione “se l’acqua ride”.

Autore: Paolo Malaguti
Titolo: Se l’acqua ride
Editore: Einaudi
Anno: 2020