Una storia originale, capace di mescolare sapientemente il thriller con l’analisi sociale. Personaggi azzeccati e molte domande che – pur trovando risposte alla fine del libro – instillano la goccia del dubbio nel lettore, costretto a interrogarsi sul potere dei media e sulla manipolazione dell’opinione pubblica. Sono questi gli ingredienti di “Un aereo senza di lei”, del francese Michel Bussi, edito in Italia da Mondadori.

La vicenda muove i primi passi alla vigilia del Natale del 1980. Un aereo diretto a Parigi da Istanbul si schianta contro il Mont Terrible, nel Giura. Fra i rottami viene ritrovata viva una bambina di tre mesi, sbalzata fuori al momento della collisione. È l’unica sopravvissuta, ma a bordo le neonate erano due: si tratta di Lyse-Rose o di Emilie?

Ci vorranno 18 anni di indagini, affidate privatamente da una delle due famiglie ad un investigatore sui generis, per arrivare alla verità sull’identità della “libellula”, come viene ribattezzata la superstite. È nelle sue mani che, al compimento dei 18 anni, l’investigatore Crédule Grand-Duc consegna un quadernetto con la sintesi delle sue ricerche. Un resoconto che però ha molti punti oscuri…

In un’epoca in cui ancora non esisteva il test del DNA, la battaglia sulla paternità della bambina si combatte su altri fronti, con indagini legate più alle prove e alle ricostruzioni che alla ricerca del dettaglio scientifico da analizzare (modalità che ha fatto il successo di molte serie televisive, da CSI in poi). E la disputa in tribunale è anche uno scontro tra ricchi e poveri, tra potenti industriali e sfortunati venditori ambulanti. I soldi possono comprare una sentenza favorevole? O una condizione svantaggiata può avere più presa emotiva sull’opinione pubblica ed essere sfruttata per impietosire il prossimo e condizionarlo?

E ancora: Libellula cresce nell’ambiente giusto (quello della sua reale famiglia di provenienza) o certe sue inclinazioni così stridenti sono il sintomo di un errore di giudizio nel momento in cui venne presa una decisione? Non vorrei scomodare giganti della letteratura, ma certamente nel background di Michel Bussi c’è tutta la produzione naturalista francese. E appunto certi passaggi della vita fanno venire in mente la sorte di Nanà, narrata con insuperata maestria da Emile Zola.

La corsa affannosa alla ricerca della verità e di Libellula mette inoltre a confronto gli aggrovigliati sentimenti delle due famiglie che per una vita si sono affrontate, scontrate, odiate. Per le strade della Francia, in una corsa contro il tempo che potrebbe salvare una vita, si arriva ad un incredibile finale, che svela molti punti oscuri e consegna una risposta inaspettata a tutte le domande.

E senza fare sociologia da quattro soldi, vale la pena sottolineare che questa storia romanzata rappresenta anche un invito a non credere ciecamente a tutto quello che ci viene propinato. In questa epoca di eterno presente, con un bombardamento ininterrotto di notizie, si fa sempre più fatica a scindere il vero dal verosimile dal palesemente falso. Andando un po’ più in profondità e non fermandosi alle apparenze, magari riusciremmo un po’ tutti a farci una coscienza critica. 

Autore: Michel Bussi
Titolo: Un aereo senza di lei
Editore: Mondadori
Anno: 2014