“La dea che è in te” delle scrittrici londinesi Elizabeth Foley e Beth Coates è un volumetto che si rivolge al femminile presente in ognuno di noi. Quel femminile che – in questa società dove “avere gli attributi” (maschili) è considerato un segno di forza – fatichiamo a tirare fuori, perché crediamo ci renda deboli, fragili, vulnerabili. La nostra è una cultura ancora piena di stereotipi di genere che colpiscono la donna, ma ancora di più il femminile, ossia quella componente della personalità che, insieme al maschile, è presente in ognuno di noi, a prescindere dal sesso. Diciamoci la verità, è uno stereotipo che noi donne combattiamo, ma che abbiamo ancora noi stesse inculcato nella testa: vi capita mai di stupirvi quando incontrate un esemplare di uomo più dolce, gentile e sensibile della media dei vostri conoscenti?

Torniamo al libro. “La dea che è in te” raccoglie i miti di ventisei divinità leggendarie venerate in tutto il mondo. Così veniamo a conoscere le loro virtù ma anche le debolezze, le gesta eroiche ma anche i fallimenti, che semplicemente ci ricordano che non c’è pregio senza difetto, nemmeno per gli dei. Da queste narrazioni, abbiamo ancora molto da imparare, esse rappresentano infatti uno stimolo per conoscersi meglio e coltivare le qualità di cui abbiamo più bisogno.

In ogni capitolo, le autrici raccontano la storia di una dea usando un linguaggio fresco, ironico, infarcito di battute spassose e curiosità. Scopriamo, ad esempio, che la dea norrena Freia, una che ha sempre rotto le regole, ha prestato il suo nome al venerdì, friday in inglese:

Calza a pennello che il giorno della settimana in cui riusciamo finalmente a liberarci di scuola e lavoro sia quello di Freia – la parola friday, “venerdì”, deriva proprio dal suo nome. Thank God Is Freia’s Day!

Incontriamo poi Uzume, dea giapponese shintoista capace di trasformare le situazioni sgradevoli in esperienze positive grazie al suo umorismo; l’hawaiana Pele, una dea impetuosa che non tollera mancanze di rispetto; la buddista Tara Verde, dedita ad aiutare le persone a superare le proprie paure, oppure Lilith, primissima femminista nascosta sotto le spoglie di un seducente demone… In definitiva, da queste divinità – scozzesi, indù, sumere, cinesi, irlandesi… – apprendiamo delle lezioni di vita e riscopriamo parti di noi che faremmo bene a far emergere. Loro, le dee, sono solo lì a ricordarci che il divino è dentro ognuno di noi, basta solo tirarlo fuori.

Ecco cosa ne pensano le due autrici, Elizabeth e Beth:

Queste immortali amiche ci hanno risvegliato la curiosità, connesso le sinapsi e illuminato le giornate con il loro divino bagliore, mentre esploravamo i più sperduti angoli del globo, osservando come miti e leggende sollevino continuamente opportune ed eterne domande sul ruolo delle donne, delle nostre speranze e i nostri sogni e sulle aspettative della società nei nostri confronti. E mentre molti degli stereotipi con cui conviviamo ancora oggi hanno origini antiche, queste divinità ci guidano verso nuovi orizzonti, svelandoci qualcosa di innovativo ed essenziale sul nostro tempo.

“La dea che è in te” è un libro piacevole, curioso, intelligente, ricco di informazioni e approfondimenti, dove i miti che riguardano le divinità sono raccontati in modo estremamente godibile, senza fronzoli accademici. Un libro che non va letto tutto d’un fiato, ma consultato, assimilato, provato: potrebbe aver senso leggersi ogni settimana la storia di una dea e portarsi dentro nei giorni successivi il suo insegnamento, anche solo per ricordarci che siamo tutti un po’ divini.

A questo punto non resta che invocare la dea Bastet, che nell’antico Egitto incarnava la forza della solidarietà tra le donne, affinché protegga loro, ma soprattutto il femminile che è in ognuno noi.

Autrici: Elizabeth Foley e Beth Coates
Titolo: La dea che è in te. Lezioni di vita dalle nostre sorelle immortali
Editore: Sonzogno
Anno: 2020