Il 2016 è appena iniziato e anche in ambito letterario è tempo di buoni propositi: “quest’anno non comprerò nuovi libri finché non avrò dimezzato la pila di volumi in attesa sul comodino”, “quest’anno leggerò più autori classici”, “quest’anno scoprirò nuovi generi letterari”. Qualche giorno fa ho letto questo post “A year of reading the world: nel 2012 la scrittrice britannica Ann Morgan ha deciso di espandere i propri orizzonti letterari leggendo un libro per ognuno dei 196 stati del mondo.

Un’impresa non facile se si considera che, sebbene l’arte del raccontare sia presente in ogni cultura, per molti paesi non esistono testi tradotti in Inglese, mentre altri hanno una tradizione letteraria prevalentemente orale.

Grazie ai preziosi consigli di lettori di tutto il mondo Ann ha scoperto la Nigeria di Lola Shoneyin, il Messico di Laura Esquivel, la Turchia di Elif Shafak, ma anche Belize, Tuvalu, Nuova Guinea, Mongolia… La sua esperienza, documentata paese per paese nel suo blog, è poi diventata un libro, ancora inedito in Italia.

Incuriosita – e preoccupata dato che ho sempre ritenuto di essere una lettrice “internazionale” – ho subito guardato la mia libreria: con l’eccezione di tutti gli autori latinoamericani della mia adolescenza e degli esami per l’Università e qualche sporadico autore africano, indiano e giapponese, la maggioranza dei libri che leggo e ho letto sono italiani, inglesi e americani.

Ecco allora il mio proposito letterario per il 2016: leggere autori nuovi, di Paesi che ancora non conosco, in fin dei conti ogni libro è una porta su un mondo ignoto: nuovi personaggi, paesaggi, sapori, culture, tradizioni. Per chi, come me, vuole intraprendere questo percorso, Ann Morgan, insieme al team di TED, ha creato delle mappe interattive in cui a ogni paese è abbinato un libro con una breve sinossi.

“La lettura è il viaggio di chi non può prendere un treno” disse lo scrittore francesce Francis de Croisset, e io vi auguro un 2016 pieno di viaggi straordinari e nuove scoperte.

Qui sotto un video in cui Ann Morgan racconta la sua esperienza: