Céline Girard ha preso i piatti che si incontrano nei romanzi più famosi. Ha preso le ricette di autori celebri, come Gadda o Kerouac, come D’annunzio o Hemingway, e ha assemblato dei Menù Letterari. Un libro utile quindi per scoprire le preferenze culinarie di alcuni autori e utile anche, essendo riportate le ricette, per preparare dei pranzi o delle cene a tema.

Un libro anomalo. Che sta a metà strada tra l’antologia letteraria e il libro di ricette. Che mescola i generi e i personaggi, proprio come se fossero gli ingredienti di un “fiero pasto” o di una “cena luculliana”. Un libro anche colorato, pieno di foto e di riquadri che contengono citazioni dirette dai testi da cui sono tratte le ricette.

Come dice l’autore nell’introduzione (o hors-d’ouvre):

Anche i grandi protagonisti dei grandi classici della letteratura mangiano: per fame, per disperazione, per curiosità, per abitudine; poco, di gusto, raramente, avidamente. Ma cosa mangiano? Menù letterari è un viaggio spensierato nella letteratura alla scoperta dei cibi, dei profumi di cucina, dei sapori, dei piatti, delle atmosfere che fanno da sfondo e da “contorno” ai libri più famosi

Per cominciare si parte ovviamente dagli antipasti.

In questo caso gli antipasti sono tutti tratti dai memorabili party del Grande Gatsby di Scott Fitzgerlad. E l’autore sottolinea che «sono tre le regole per un perfetto bouffet “alla Gatsby”: stupire! Stupire! Stupire!». Gli antipasti dovranno essere semplicemente meravigliosi e l’argenteria abbagliante, il fine ultimo è la meraviglia, per gli occhi e per il palato.

Poi è il momento dei primi piatti.

Il libro ci presenta allora il pranzo di Natale del Taglio del bosco di Carlo Cassola. Piatto forte di quel pranzo è la pasta con i fagioli, un piatto che ricopre un grande significato all’interno del racconto:

All’ombra del bosco i protagonisti di questo racconto mangiano per scaldarsi, per riposarsi, per ritrovare le energie dopo una dura giornata di lavoro. Ma lo fanno anche per raccontare e raccontarsi: per parlare della guerra appena finita, e di vita, di ciò che si è perso, di disillusioni e di speranze. Così un pasto frugale e povero come pasta e fagioli, consumato nel giorno di Natale, diventa un piatto che conforta, riscalda, nutre

Ma i primi piatti letterari continuano con il risotto alla milanese che incontriamo nelle Meraviglie d’Italia di Carlo Emilio Gadda. O con il suggestivo e futurista pranzo parolibero primaverile di Filippo Tommaso Marinetti, a base di Tortellini in brodo e fragole nuotanti nel Grignolino. E ancora il timballo di maccheroni del Gattopardo di Tomasi di Lampedusa o la famosa zuppa di cipolle di Maigret.

Anche per i secondi piatti c’è l’imbarazzo della scelta.

Si parte con il bœufe en daube tratto da Gita al faro di Virginia Woolf, per passare al ricco menù parigino che descrive Ernest Hemingway in Festa Mobile. Si fa visita al Museo del Formaggio come in Palomar di Italo Calvino soffermandosi sulla fondue di formaggio raclette, per poi passare alla celestiale frittata descritta da Gabrile D’Annunzio nel suo Diario segreto.

Continuando a sfogliare questo libro aumenta la curiosità e… la fame.

Con l’acquolina in bocca vogliamo sapere tutto delle polpette dei Promessi sposi, che con la testa china sul banco di scuola ci eravamo persi. E chi si ricorda qual è il piatto forte della cena di Pinocchio, all’Osteria del “Gambero rosso”? O a base di cos’è la celebre cena per due nella crociera extra-lusso di Una cosa divertente che non farò mai più di DFW?

Lasciamo ad altri lettori curiosi e affamati di scoprire i dessert. Anticipando solo che sono tratti da I sillabari di Parise, dalla Recherche di Proust, dal Giovane Holden di Salinger, da Alice nel paese delle meraviglie di Carroll, da Lessico familiare della Ginzburg, da On the road di Kerouac ecc. ecc.

Insomma un libro insolito, molto piacevole e utile. Un libro ricco di aneddoti e di piatti che sicuramente ci erano sfuggiti leggendo le opere che vengono citate, perché intenti nella trama del libro che è il destino dei personaggi.

Un libro per sfamare la consueta bramosia del bibliofilo che vuole sapere tutto delle grandi opere letterarie, fino a trasformarsi in chef e in gourmet per preparare e gustare, in una sorta di transustanziazione, le medesime prelibatezze di carta e inchiostro che hanno assaporato i grandi personaggi letterari.

Céline Girard
Menù letterari
Franco Cesati Editore
2016