Dire Roma, come per qualunque altra città, è spesso un’etichetta dietro la quale si nascondono molte realtà. Realtà che vanno datate e contestualizzate come facciamo per le istantanee presenti nei nostri album, datazione che ci serve a giustificare qualche chilo in meno e qualche capello in più.

La Roma narrata da Fabrizio Roncone non è quella di De Cataldo, non è quella di Pasolini, di Fellini e di Sorrentino, per citare i più importanti, che rappresentano e raccontano sicuramente momenti storici della capitale ma che nulla hanno a che vedere con l’attualità.

A narrare la Roma di oggi ci prova un cronista di razza e d’esperienza quale è l’autore , che dimostra di conoscere a fondo la sua variegata umanità: quella cioè dei derelitti e degli affari loschi coperti dall’indifferenza di chi da sempre, sfrutta la miseria e l’emarginazione, il mondo dello spaccio e quello delle sacche di nomadi dedite al traffico di vite umane.

La paura ti trova è il titolo del libro con il quale Fabrizio Roncone, firma del Corriere, ha esordito nel panorama letterario nazionale, raccontandoci l’amore ma anche la rabbia verso la sua città: una città dove il bene e il male hanno perso i confini morali che li distingueva e creava dei punti di riferimento certi. Ora invece, bene e male, si distribuiscono orizzontalmente, sovrapponendosi e confondendosi quasi in maniera “democratica” in tutte le fasce sociali: spacciatori, faccendieri, deputati cocainomani e peones di sottogoverno, preti senza parrocchie e senza parrocchiani, donne in cerca d’amore, killer, insomma una pletora di personaggi caratterizzati da un vuoto etico che li accomuna, e li colloca in una sostanziale solitudine. Insomma la migliore definizione di questa Roma la dà uno dei suoi protagonisti, Sergetto: “…un grande troiaio a cielo aperto”

 La storia del libro è abbastanza semplice, tutto inizia con la sparizione di un bambino di 8 anni da un campo rom; l’indagine vede protagonista Marco Paraldi, un ex inviato speciale oggi titolare di una vineria (enoteca) di Campo dei Fiori che ha mantenuto intatto tutto il suo disgusto verso l’ingiustizia e la sopraffazione; In lui si risveglia il vecchio istinto del cronista segugio e riesce, anche con l’aiuto di ex compagni di ideologia e di sport, un pacchetto di mischia che funziona come una riedizione del servizio d’ordine d’antan, ad arrivare alla fine dell’indagine che, come in tutti i noir che si rispettano, non è certo un finale consolatorio ma…

Marco Paraldi ci cattura per la sua ironia, da leggere la sua classifica delle dieci cose che più detesta, per il suo amore nei confronti di Chandler di cui sa a memoria alcuni incipit dei suoi romanzi , e, soprattutto, per non volere prestare i libri “perché se li presti poi non li rivedi più”.

Tra le cose più interessanti di questo libro, c’è sicuramente l’uso della lingua parlata o dialettale; questo rende il gusto per il giusto dialogo, tipico del linguaggio romanesco, in grado di alleggerire il dramma e regalare un sorriso anche nei momenti più cupi della storia; c’è soprattutto la capacità di raccontare la cronaca per immagini, dote non solo del grande giornalista ma anche del vero scrittore. Un’abilità, quasi da vecchio artigiano, attento ad ogni sillaba prima di mettere nero su bianco, attento a che non vi sia nessuno spreco di parole. La scrittura finale, vi assicuro, appassiona il lettore senza mai annoiare, grazie anche a una giusta dose di ironia e di adrenalina che sale in molti momenti topici.

Autore: Fabrizio Roncone
Titolo: La paura ti trova
Editore: Rizzoli
Anno: 2016