Bentornato ispettore Stucky, scarpe a punta, misteriose origini persiane.
Bentornato al “Montalbano”, genuinamente nordestino, che il suo creatore Fulvio Ervas ci ha già fatto conoscere in altre sue opere; in questo “Pericolo giallo” (Marcos y Marcos) il nostro beniamino è, come sempre, alle prese con serrate indagini poliziesche relative ad eventi che hanno macchiato di sangue il “suo” Veneto. E, in particolare, quella Marca “gioiosa et amorosa” che corrisponde alla provincia di Treviso.
Una terra, in fondo, baciata da Madre Natura, con le sue dolci colline e i suoi numerosi filari di viti, ove, in compagnia di amici fidati, davanti a cibo preparato con sapienza e a un buon calice di vino, è ancora “possibile godere della vita. Godere del respiro, della parola, delle relazioni, del gioco, della discussione, del perdere tempo appropriandosene.”.

Ma, anche, un pezzo d’Italia tramortito fin nelle fondamenta da una crisi economica che ancora l’attanaglia. Ed è proprio nelle crepe di questa situazione socio-produttiva in decomposizione che nasce e si sviluppa il crimine.
È curioso come l’operosa gente del territorio, solo di rado un po’ furbastra, che un tempo affollava zone industriali oggi zeppe di capannoni spesso svuotati dalla crisi, voglia affrontare il tema della criminalità (ma il discorso potrebbe essere esteso anche agli scandali politici o bancari che recentemente l’hanno scossa) senza troppo clamore, quasi facendo passare tutto sotto silenzio, ligia al motto, dal nostalgico sapore, vagamente democristiano, del “mi no voo combatar!”

A ravvivare tale quadro un po’ grigio, ci vuole per forza il giallo.
Ervas, ispirandosi a fatti di cronaca ancora freschi nella memoria, scrive di uno Stucky invano sulle tracce di un’Audi gialla, targa svizzera, rubata alla Malpensa, occupata da malviventi, dalla probabile origine est-europea, che scorrazzano, anche contromano, per un Veneto che non fa più paura a nessuno. Finendo per provocare un incidente mortale (anche questo, ahimè, reale).

Mentre gli insuccessi della polizia diventano addirittura oggetto di scommessa per buontemponi trevigiani imborghesiti che si radunano all’osteria di turno, è necessario ricordare come il giallo sia anche il colore simbolo di una popolazione: quella comunità cinese sempre più numerosa, tanto da occupare negozi, stabilimenti, appartamenti lasciati liberi da italiani impoveriti e che non fanno più figli. Perfino nei bordelli della godereccia Treviso, dove Stucky abita, da tempo additata come la città degli amori clandestini e dei fugaci incontri erotici, procaci signorine nostrane vengono piano piano sostituite dalle varie Lian, Mei e Xue.

È a questo punto che la ricerca dell’Audi si incrocia con le investigazioni dell’ispettrice Bertelli, coraggiosa, lesbica dichiarata, che, nella vicina Marghera, indaga sul gesto di un collega reo di aver ucciso la moglie per poi suicidarsi. Attraverso questa inchiesta la stessa verrà in contatto con un sottobosco di cinesi affaristi sorprendentemente emancipatisi tra le maglie larghe della società occidentale, capeggiati dal fascinoso uomo-scimmia, astrologicamente parlando, secondo l’oroscopo cinese, quindi amante del gioco e del rischio.

Un libro stilisticamente caratterizzato dalle frasi brevi, dai continui dialoghi fra i personaggi, che unisce aspetti classicamente polizieschi, per amanti del noir, ad approfondite riflessioni inerenti la crisi economica, sociale e politica del nostro Nordest, sempre più influenzato dalle sue stesse debolezze, dalla globalizzazione, dall’incontro con nuove civiltà.
Stucky “risolve” con astuzia, a mo’ di coup de theatre, sorprendendo il lettore: basterà anche a noi?

Autore: Fulvio Ervas
Titolo: Pericolo giallo
Editore: Marcos y Marcos
Anno: 2016