La morte del padre, zoccolo duro di ogni famiglia: comincia così il romanzo breve La malora di Beppe Fenoglio, una storia famigliare ambientata nelle Langhe, paesaggio sempre caro allo scrittore nato ad Alba nel 1922.
Agostino, il protagonista del romanzo, ripercorre in prima persona i ricordi dell’infanzia e della gioventù trascorse negli stenti più cupi e a fare il servitore presso una famiglia più agiata, lontano dai propri cari, mentre il padre moriva in maniera tragica, ucciso più dalla povertà che dal fato, e mentre la vita si allungava al futuro tra le più continue sofferenze.

“Dio non fu mai con noi.”

La narrazione procede spedita e in toni costantemente ruvidi quanto i paesaggi e la difficile vita contadina della famiglia Braida. Una esistenza dura, scandita dall’avvicendarsi delle stagioni e dalle sporadiche e nascoste fantasticherie su una vita migliore nella vicina, grande, evoluta ma ignota Alba. Una vita contadina che non ha tempo di perdersi in geremiadi sulla sfortuna (la malora del titolo), ma costretta a tirare avanti con dignità in quella “langa porca che ti piglia la pelle a montarla prima che a lavorarla.”

Pubblicato nel 1954, due anni dopo il grande esordio dei Ventitré giorni della città di Alba, il romanzo fortifica la posizione dello scrittore piemontese in quel filone di metà Novecento legato ai temi della Resistenza e del duro dopoguerra. Fenoglio rispecchia queste caratteristiche: “uno scrittore che somiglia alla propria opera letteraria” disse in una intervista l’amico Italo Calvino.

Bando a fronzoli e sentimentalismi, in La malora Beppe Fenoglio ci regala un brutale affresco della realtà contadina della prima metà del Novecento con una scrittura schietta, asciutta e incisiva anche dinanzi ai drammi narrati, che ha permesso a Fenoglio di essere collocato tra i massimi scrittori italiani del XX secolo.

Autore: Beppe Fenoglio
Titolo: La malora
Editore: Einaudi
Pagine: 85
Anno: 1954