C’è sempre molta attesa quando Jonathan Safran Foer consegna alle stampe un proprio lavoro. Con “Possiamo salvare il mondo prima di cena. Perché il clima siamo noi” lo scrittore torna ad occuparsi di quei temi ambientali e sociali già affrontati alcuni anni fa con “Se niente importa”.

Il titolo originale dell’opera è “We Are the Weather: Saving the Planet Begins at Breakfast” ed è stato prontamente tradotto da Irene Abigail Piccinini per Guanda.

Finalmente, penso io, uno scrittore di fama ha fatto seguito all’esortazione di Amitav Ghosh, che nel suo “La grande cecità. Il cambiamento climatico e l’impensabile” manifestava l’urgenza della Letteratura di affrontare questa tragedia storica rappresentata dai cambiamenti climatici. Mi compiaccio quando a pagina 23 leggo:

Per usare le parole dello scrittore Amitav Ghosh nel libro La grande cecità: “La crisi climatica è anche una crisi della cultura, e pertanto dell’immaginazione”. Io la definirei una crisi della capacità di credere.

Per spiegare meglio cosa intende Foer tento di riassumere in poche parole la sua tesi di fondo: seppure siamo al corrente di come ci sia una crisi climatica in atto, che sconvolgerà per sempre e in negativo il nostro modo di vivere e stare al mondo, non riusciamo ad attuare le azioni correttive necessarie. Questo perché è come se non ci credessimo fino in fondo, né come individui né come società.

Va detto che Foer non ha tuttavia scritto un romanzo, forse perché quella dei cambiamenti climatici “non è una buona storia”: ci chiarisce lui stesso di come i saggi e i documentari sull’argomento che ha letto e visto negli anni non siano riusciti a smuoverlo concretamente.

Troviamo tanti brevi paragrafi che raccontano di vicende storiche, spesso toccanti, a volte anche personali, e di come sia difficile per lui stesso affrontare quelle azioni che sa di dover intraprendere.
Inserisce delle pagine ricche di elenchi puntati che raccontano con l’aiuto di cifre e statistiche cosa sta succedendo a causa del nostro scellerato modus vivendi.
C’è un capitolo che ha per titolo “Disputa con l’anima” in cui l’autore inscena una discussione con la propria coscienza.

Questo che possiamo definire un saggio atipico, un puzzle letterario, ha richiesto all’autore e ai suoi collaboratori tre anni prima di vedere la luce. Il libro conta di 250 pagine e di un’Appendice di ulteriori 10 pagine dedicata all’analisi di una singola percentuale statistica sull’impatto in termini di CO2e dell’allevamento intensivo. Completano il lavoro le Note (18 pagine) e la Bibliografia (altre 30 pagine circa).

Un invito sentito, lo sforzo di una persona intelligente e sensibile, padre di due bambini, che decide di fare il possibile per contrastare come può questo processo di auto-distruzione, mettendosi in gioco come la giovane Greta Thunberg sta facendo a suo modo. Persone attive, che non vogliono restare indifferenti e sentirsi dire dalle future generazioni “Dov’eri quando hai preso la tua decisione?”.

Un libro che ti arriva dentro, che ti sprona a intraprendere quelle azioni che servono finché c’è ancora tempo. Non è poi così difficile quello che dobbiamo impegnarci tutti a fare sin da subito: mangiare meno carne, eliminare dalla nostra dieta i prodotti derivanti dall’allevamento intensivo.

Un’opera dalla portata pazzesca. Leggerlo è necessario!

Autore: Jonathan Safran Foer
Titolo: Possiamo salvare il mondo prima di cena. Perché il clima siamo noi
Titolo originale: We Are the Weather: Saving the Planet Begins at Breakfast
Traduzione di: Irene Abigail Piccinini
Editore: Guanda
Anno: 2019