Per parlare di questo bel romanzo pubblicato dalla Editrice il Sirente nella collana altriarabi migrante dobbiamo prima conoscere meglio l’autrice. Faïza Guène è nata nel 1985 a Bobigny in una famiglia di origine algerina ed è cresciuta nella banlieu “incendiaria” Pantin che si trova a nord-est di Parigi. Ha scritto il suo primo romanzo a diciannove anni, ricevendo un’ottima risposta di critica e pubblico. Sin da subito è stata designata come la portavoce letteraria di un disagio tutto francese, quello dei “banlieusards”.

Comprendiamo allora come questo romanzo affronti i temi cari all’autrice, in particolare raccontando le vicende di un giovane di origini algerine, Mourrad Chennoun, che cresce a Nizza con la propria famiglia. Il protagonista sta per trasferirsi a Parigi per fare l’insegnante di francese in una scuola di un quartiere periferico, nel frattempo le condizioni di salute del padre peggiorano. La madre di Mourad è un personaggio davvero “ingombrante” nella vita dei figli, tant’è che la primogenita Dounia ha lasciato ancora adolescente la casa dei genitori per un’incompatibilità inconciliabile, e non si è più fatta sentire.
Resta in famiglia invece l’altra figlia, Mina, che presto si sposa con un altro franco-algerino, restando sempre legata ai propri genitori.

Leggendo il libro della Guène si sorride spesso, in quanto non mancano né l’umorismo né l’ironia nelle pagine. Ma la storia narrata non è fatta solo di un avvicendarsi di eventi con cui mettere in luce le difficoltà dell’integrazione tra differenti culture; ci sono anche i drammi che colpiscono tutte le famiglie. E nessuno, neanche volendo, riparte mai da zero, nemmeno gli arabi che lo hanno inventato, lo zero, come direbbe il padre di Mourrad. Quello stesso padre che ripete spesso al figlio “un uomo non piange mai”, da cui il titolo del romanzo.

Relazioni difficili in famiglia, ma anche nella vita di tutti i giorni. Davvero spettacolare ripercorrere con i ricordi del protagonista l’episodio dell’amichetto di scuola che viene a casa a giocare con la Nintendo, imbattendosi nella signora Chennoun. Fa riflettere la situazione del cugino Miloud, che ha una relazione con una donna francese molto più grande di lui. La classica relazione in cui una donna non più giovane, ricca e infelice, si lascia abbindolare da un toy-boy, innamorato ben più della sua ricchezza che di lei.

Letto questo romanzo ci si ritrova a pensare: cosa ne sarà del buon Mourrad tra dieci anni? Farà ancora l’insegnante di francese in una scuola di un quartiere popolare a Parigi? Avrà trovato l’amore? E se sì, sarà una parigina o una ragazza di origine algerina, come vorrebbe la madre?
Insomma, alla famiglia Chennoun, così algerina e quindi diversa da quella a cui siamo abituati, ti sei nel frattempo affezionato. Speriamo quindi che la Guène scriva un altro libro (questo è stato pubblicato nel 2014), occasione per riflettere sulla Francia multiculturale e multietnica odierna, che sta vivendo conflitti interni fino a pochi anni fa non ipotizzati.

Autrice: Faïza Guène
Titolo: Un uomo non piange mai
Titolo originale: Un homme, ça ne pleure pas
Traduzione: Federica Pistono
Editore: Editrice il Sirente
Anno: 2017