Prendete Cinzia Mammoliti e Giulio Cesare Giacobbe e metteteli allo stesso tavolo una sera a cena.

Lei è tra i massimi esperti nazionali in materia di manipolazione relazionale e violenza psicologica, lui è il fondatore della psicoterapia evolutiva per lo sviluppo della personalità adulta e da anni scrive libri di divulgazione psicologica.

Entrambi aiutano l’essere umano a capire quali dinamiche relazionali nuocciano gravemente alla salute, mentale e fisica, e quali invece costituiscano uno stimolo per la crescita e maturazione dell’individuo.

Lo stile di lei è più sobrio, asciutto. La sua narrazione è logica, chiara, arricchita da esempi di casi clinici. La voce di Cinzia Mammoliti non impone il suo punto di vista, ma lascia che sia il lettore a scegliere se seguire o meno i suoi consigli.

Giacobbe è barocco ed esuberante: nei suoi libri ripete i concetti anche più di una volta, i periodi sono brevi e i paragrafi corti. Isola le parole-chiave, come se stesse spiegando i termini di una mappa concettuale. Ha un linguaggio diretto, schietto, ironico e non si indigna all’uso di francesismi per esprimere con chiarezza e simpatia concetti psicologici difficili.

Alla ricerca delle coccole perdute - Giulio Cesare Giacobbe

Due scrittori diversi, che se si trovassero alla stessa tavolata si prenderebbero a cazzotti. Ma anche no, perché la concezione che hanno dell’amore non è poi così diversa. Per amare, per amarsi e per essere amati bisogna in definitiva crescere.

In “Alla ricerca delle coccole perdute” (Mondadori) Giulio Cesare Giacobbe parte dalla teoria dell’Analisi Transazionale di Eric Berne per descrivere le tre personalità dell’individuo: infantile, adulta, genitoriale. Nella persona equilibrata le tre personalità coesistono e si alternano a seconda del contesto. Quando una delle tre prevale, tanto da arrecarci sofferenza, siamo in presenza di una nevrosi.

In particolar modo nel rapporto sentimentale con l’altro, la paura dell’abbandono, il desiderio di possedere, controllare, avere l’esclusiva sul partner sono manifestazioni di un’età infantile non ancora superata e caratterizzata dalla ricerca di amore e sicurezza.

“La vita è varia, è una sinfonia con molti toni e molti registri, ora tragica, ora comica, ora seria, ora giocosa. La persona psichicamente sana, psicologicamente evoluta, sa vivere la vita in tutti i suoi toni, in tutti i suoi registri, sapendo essere ora bambino, ora adulto ora genitore. Ora serio, e impegnato, ora allegro e giocoso”

I serial killer dell’anima - Cinzia Mammoliti

I protagonisti del libro di Cinzia Mammoliti presentano quindi tutti personalità infantili. “I serial killer dell’anima” (Sonda Edizioni) analizza quelle relazioni sentimentali in cui non sussiste un rapporto paritario, basato sul rispetto reciproco dei bisogni dell’altro e dei propri, bensì un rapporto distruttivo tra vittima e carnefice. Quest’ultimo mira all’annientamento dell’altro attraverso la manipolazione, l’umiliazione e l’oppressione. Il carnefice è come un “bambino” che

“Vive nella manifestazione della propria importanza, manifesta un egoismo profondo e il costante bisogno, come abbiamo visto, di essere apprezzato, adulato e ammirato. Si comporta come se esercitasse una sorta di potere assoluto sul mondo intero attendendosi dagli altri amore, attenzione, tempo ed energia che non è minimamente in grado di ricambiare, poiché nella sua alterata percezione di sé tutto gli è dovuto”.

E la vittima? Per usare ancora una volta la terminologia di Giacobbe è un altro “bambino“, così carente di autostima, così bisognoso di affetto, così timoroso del cambiamento da accettare continue vessazioni.

Il carnefice è definito da Mammoliti un narcisista perverso, poiché per attirare le sue prede si serve di una finta empatia, che svanisce nel momento in cui si toglie la maschera e si rivela per quello che è, ovvero una persona priva di personalità che succhia quella degli altri per sopravvivere (una sanguisuga dell’anima, per farla breve).

Il narcisismo perverso non è una patologia che si sono inventate le donne dal cuore infranto mentre guardavano Bridget Jones e divoravano una confezione intera di gelato. Oppure, gli uomini appena mollati dalla propria ragazza che, davanti a birra e orgoglio ferito, ripetono come un disco rotto che le donne sono tutte delle baldracche.

Il narcisismo perverso è un disturbo diagnosticabile fino al 4% della popolazione dei paesi capitalistici occidentali (fonte: American Psychiatric Association) e mi sono sentita in dovere di sensibilizzare uomini e donne (perché bisogna smetterla di pensare che solo il sesso femminile ne sia vittima) menzionando questo libro che, grazie alla professionalità e preparazione della sua autrice, descrive con cura i tratti caratteriali, gli atteggiamenti non verbali, le tecniche seduttive di questi manipolatori e manipolatrici.

Lo stile pacato di Cinzia Mammoliti non risparmia parole spietate nei confronti di questi individui, i quali non possono sperare in un miglioramento; l’unica soluzione, quindi, consiste nel chiamarsi fuori dai giochi prima che sia troppo tardi o crescere, come suggerisce Giulio Cesare Giacobbe.

Perché tra vittima e carnefice (e adesso chiamo in causa un altro grande conoscitore della psicologia umana, Bert Hellinger, vedi alla voce: costellazioni familiari) non c’è poi tanta differenza. Se c’è un carnefice è perché c’è una vittima pronta a sacrificarsi. L’unica speranza di quest’ultima ingenua ma infantile preda è crescere, imparare ad amarsi e ad amare, senza chiedere amore al carnefice in un gioco perverso che a forza di frustrazioni e delusioni (delle aspettative, ahi!, averne è un altro comportamento infantile) non porta che alla morte dell’anima.

Se è vero che i libri salvano la vita, com’è scritto in una falsa citazione di qualche famoso scrittore, mi sento allora di consigliare i libri di Giacobbe e Mammoliti a chi si trova sul Tagadà dell’amore, prova nausea e conati di vomito ma non riesce a scendere, finché è il giostraio a mantenere il controllo dell’attrazione.

Per tutti coloro che, invece, hanno manifestato intenti suicidi pensando di aver perso per sempre l’amore della propria vita quando Zaik Malyk ha lasciato gli One Direction rasserenatevi, per voi non ho nessun libro da consigliare. Siete irrecuperabili.