In libreria esiste un modo nuovo, ironico e spensierato, di rivisitare settant’anni di storia italiana trascorsi dal secondo Dopoguerra ai giorni nostri.
Si può presentare così Venezia e una fisarmonica, la biografia del cantautore Gualtiero Bertelli raccontata attraverso aneddoti, curiosità e le sue immancabili canzoni popolari. Il titolo del volume è l’armoniosa sintesi di settant’anni di vita racchiusi tra una città («prima che in italiano, penso e parlo in veneziano») e uno strumento musicale («mio padre me lo diceva sempre: impara ‘no strumento, che mal che vada un posto sul ponte dell’Accademia ti lo troverà sempre»). Nel mezzo i retroscena dell’insegnamento elementare, dell’impegno politico e dell’attività artistica, rievocati attraverso le sue canzoni, che dal secondo Dopoguerra agli anni Duemila rappresentano un fedele spaccato di un’Italia popolare e operaia.
La storia inizia il 16 febbraio 1944, a Campo Marte, area dell’Isola della Giudecca affacciata sulla laguna veneta («uno dei paesaggi più belli del mondo»): in una casa “de marogna”, ovvero i mattoni neri ottenuti dagli avanzi dei forni di Marghera, nasceva Gualtiero, un bimbo di quattro chili e otto etti. Le sue dimensioni non impensierivano la famiglia Bertelli, abituata a vivere nelle case minime, le abitazioni a stanza singola costruite col piano regolatore fascista; quando una di queste si liberava, non era raro ritrovarsi tutti in fila alle cinque del mattino per entrare «con la carega in man», certi che nessun poliziotto avrebbe mai ostacolato l’occupazione.
Nel settembre del 1965 il grande talento per la musica lo porta a Roma a sostenere l’esame della SIAE: tra gli aspiranti cantautori presenti in quella circostanza ci sono Tata Giacobetti e un simpaticissimo Fabrizio de André, col quale Gualtiero stringe fin da subito una profonda amicizia. Anche gli anni seguenti, caratterizzati dall’impegno politico, saranno interessati da importanti sodalizi artistici, come quello con Moni Ovadia, Dario Fo e Mario Isnenghi. Col professore veneziano mette in scena il personaggio di Don Odino, prete veneto degli anni Sessanta protagonista de “L’Odineide”, la celebre opera riportata in auge nel 1972. Sulla scia del successo Gualtiero scrive anche una canzone d’amore, “Nina ti te ricordi”: sarà il suo brano più popolare e verrà incisa successivamente anche da Giovanna Marini.
Il racconto prosegue tra aneddoti curiosi e incontri inattesi, come quello col regista palermitano Vittorio de Seta, che in cerca di un protagonista per il suo sceneggiato “Diario di un maestro”, offrirà la parte proprio a Gualtiero, all’epoca maestro elementare di una scuola nel veneziano. Il ruolo verrà poi interpretato da uno straordinario Bruno Cirino, ma l’occasione di esibirsi in pubblico sarà solo rimandata agli anni Duemila, quando in collaborazione con Gian Antonio Stella, Edoardo Pittalis, Fabrizio Gatti e la Compagnia delle Acque, il cantautore veneziano realizza una serie di spettacoli che spaziano dalle tradizioni popolari all’immigrazione, passando per la Grande Guerra. È la fortunata stagione teatrale di Gualtiero, soltanto l’ultimo episodio di una vita emozionante trascorsa in giro per l’Italia, ma che ha Venezia come radici e una fisarmonica come colonna sonora.
Ciò che colpisce maggiormente il lettore è l’assoluta scorrevolezza della scrittura, che si sposa alla perfezione con gli argomenti frizzanti e divertenti, degni di una vera e propria commedia goldoniana. Le autobiografie entusiasmano sempre per gli aneddoti e i retroscena svelati, e quando gli artisti citati rappresentano il massimo del panorama artistico italiano (Fabrizio de André e Alessandro Fo su tutti) il divertimento è assicurato. Un libro da leggere a tutte le età, dedicato sia a coloro che il Dopoguerra l’hanno vissuto, sia ai più giovani, che la storia italiana l’hanno sempre e soltanto appresa dai libri di scuola e dai mass media.
Autore: Gualtiero Bertelli
Titolo originale: Venezia e una fisarmonica. Storie di un cantastorie
Casa editrice: Nuova Dimensione
Anno: 2014