La prima edizione del Mesthriller sta per entrare nel vivo e noi vi offriamo un’intervista a uno dei massimi esperti in Italia: Luca Crovi, già autore della monografia sul thriller italiano “Tutti i colori del giallo“, che in seguito ha prestato il titolo alla fortunata trasmissione radiofonica su Rai Radio 2, e di “Noir. Istruzioni per l’uso” (2013), imprescindibile guida alla letteratura di genere.

Come spiegheresti in poche parole la differenza tra un thriller, un giallo e un noir?

In Italia per molti anni si è usata per semplificazione la parola giallo per identificare tutta la narrativa di suspense facendo riferimento alla collana dei Gialli Mondadori che raccoglieva più generi letterari in un unico contenitore ma che era identificata da una copertina giallo paglierino e da un cerchio rosso nel centro.
E ancora oggi nelle nostre librerie è facile entrare e sentir chiedere dai lettori ai librai semplicemente un buon giallo da leggere.
Ciò detto il genere giallo prevede la soluzione di un’enigma, di un delitto, di un’indagine e l’eventuale inquadramento di un colpevole.

Il Thriller nasce dal verbo to thrill (che indica lo squillo del telefono capace di far sobbalzare chiunque) e quindi deve in qualche modo scuotere a sorpresa il lettore, non tenerlo mai tranquillo, stupirlo con una sequela a raffica di colpi di scena ritmati da sequenze d’azione. Quello che in un giallo spesso è narrato o dedotto in un thriller deve succedere in scena e colpire il lettore.

La parola Noir tecnicamente nasce per definire tutta una serie di film di produzione gangsteristica americana e di suspense prodotti a partire dagli anni Trenta negli States; per traslato è un termine che si applica alle storie nere che mettono in primo piano il lato criminale, quello oscuro, quello del male e che spesso mostrano negatività non sempre contrastabili da parte dell’eroe messo in scena.
Mentre il giallo è caratterizzato da positivismo e razionalità, il caos domina il noir così come una visione pessimistica ma molto realistica della realtà.

Purtroppo però ogni definizione è fine a se stessa e impoverisce le sensazioni che dà la narrativa di genere. Se vi capitasse di leggere il mio “Noir. Istruzioni per l’uso” scoprirete che su 80 intervistati quasi nessuno mi ha definito nello stesso modo questo genere letterario. Ed è buffo pensare che l’Italia sia l’unico paese che abbia scelto il giallo per definire la narrativa di suspense. Per i francesi la parola “giallo” rappresenta solo quei film ad alto tasso di adrenalina che mostrano l’occhio dell’assassino girati da registi italiani come Dario Argento, Mario Bava, Lucio Fulci, Pupi Avati.

Qual è il romanzo thriller per eccellenza, o comunque quello da molti considerato tale?

Non ce n’é uno solo, anche perché è un genere fatto di sotto generi: thriller, tecno thriller, autoptic thriller, supernatural thriller, magic thriller, serial thriller, horror thriller, eco thriller, medical thriller, legal thriller, erotic thriller, psyco thriller, action thriller, spy thriller.

Il romanzo thriller tuo preferito e perché?

Tanto per spiegarvi la differenza enorme che esiste in questo genere di storie ve ne cito più di uno e capirete perché sono tutti imprescindibili, essendo ognuno uno capostipite di un sottogenere:
La cruna dell’ago di Ken Follett
I delitti della terza luna (alias Red Dragon) di Thomas Harris
Il giorno dello Sciacallo di Frederick Forsyth
I ragazzi venuti dal Brasile di Ira Levin
Gorky Park di Martin Cruz Smith.

Qual è il libro giallo per eccellenza, o comunque quello da molti considerato tale?

Dipende sempre da cosa si definisce come giallo. Potrei dirti la storia di Caino ed Abele raccontata nella Bibbia ma potrei anche dirti “I delitti della rue Morgue” di Edgar Allan Poe.

Il libro giallo tuo preferito e perché?

Anche qui mi viene difficile scegliere, posso dirti che da ragazzo sono rimasto folgorato da Agatha Christie, Conan Doyle, Robert Louis Stevenson, Edgar Allan Poe e li trovo imprescindibili.

Qual è il romanzo noir per eccellenza, o comunque quello da molti considerato tale?

Diciamo che su un’isola deserta potrei portarmi “Il dottor Jekill e Mister Hyde”, “Il master di Ballantrae” di Stevenson, “La promessa” di Dürrenmatt, “Piombo e sangue” di Dashiell Hammett e “Mystic river” di Dennis Lehane. Ma anche molti altri libri che amo.

Il romanzo noir tuo preferito e perché?

Facciamo così, visto che siete recidivi nel chiedermi un solo titolo e io invece sono uno che ama le indigestioni come lettore, solo per questa volta vi citerò un altro titolo imprescindibile: “L’assassino che è in me” di Jim Thompson magari da alternare a “American Psycho” di Brett Easton Ellis o a “Freddo a luglio” di Joe R. Lansdale o “Sconosciuti in treno” di Patricia Highsmith.

Hai incontrato i più grandi autori. Chi avresti voluto conoscere, o vorresti incontrare, ma non c’è stata l’occasione?

Allora del passato avrei voluto intervistare Salgari, Stevenson, Poe, Hammett, Christie, Highsmith. Mi spiace siano saltate le interviste con Edward Bunker, Roger Corman e Ray Bradbury che dovevo fare. E fra quelle più incredibili che ho portato a segno merita di essere citata quella con Richard Matheson.

Un autore contemporaneo di questi generi che va assolutamente seguito e che quindi contiamo di portare al Mesthriller (se non già presente!).

Beh se ce la fate io vi suggerirei di invitare Thomas Harris, Ken Follett, Jeffery Deaver e Stephen King.

Quale titolo è presente attualmente sul tuo comodino?

Sto leggendo “The Fireman” di Joe Hill, che in italiano è stato diviso in due tomi da Sperling and Kupfer.