L’ospite di questa intervista è Walter Lazzarin, giovane autore di Rovigo, scrittore per strada, che sta viaggiando per l’Italia promuovendo in modo originale e sicuramente avvincente il suo terzo libro, “Il drago non si droga” (Redfox edizioni). Accompagnato da una Olivetti lettera 25, nelle principali piazze d’Italia, Walter cerca e incontra direttamente i suoi lettori, i passanti incuriositi cui regala dei tautogrammi.
“Il drago non si droga” racconta la storia di Giacomo, un bambino di otto anni. Arrabbiato con la mamma, in una notte del 1990 decide di scappare di casa con il suo draghetto di peluche.
Giacomo non ha paura di niente, non ha paura dei drogati che stanno nei giardini pubblici in cui gioca con i suoi amici, non ha paura nemmeno di quel particolare drogato che conosce il suo nome e la sua data di nascita e che si rivelerà essere suo padre. Da questo punto di partenza si dipana un ricco intreccio che vede padre e figlio avvicinarsi per recuperare il tempo perso. Tra pianti e risate, preoccupazione e spensieratezza, fughe e inseguimenti, i protagonisti di questa storia impareranno a crescere e capiranno qual è il sapore della libertà.
Come mai hai deciso di intraprendere questo viaggio in giro per l’Italia per promuovere il tuo libro e come cambia il rapporto con i lettori?
L’idea del viaggio è nata dal desiderio di conoscermi e di farmi conoscere; ho avuto parecchi riscontri positivi sulle mie prime pubblicazioni, ma sono rimasto confinato alla cerchia di poche centinaia di lettori. Sapevo che per strada ne avrei incontrati un’infinità: pensavo che così avrei capito quanto valevo.
Come ti sta arricchendo questo viaggio? Ti sta dando molte soddisfazioni? Quali sono i lati negativi, se ci sono?
Di certo non mi sta arricchendo sul piano economico, ma anche qui non posso lamentarmi. Sto visitando bellissime città che ancora non avevo visto, sto incontrando parecchie persone splendide che mi hanno un po’ fatto cambiare opinione sull’umanità. E sull’Italia. I problemi in un viaggio di questo tipo comunque ci sono: la stanchezza persistente, per esempio. Ci sono giorni in cui mi butterei nella raccolta dei rifiuti organici anziché andare a letto.
Durante la giornata scrivi dei tautogrammi e poi li regali ai passanti, ma cosa è un tautogramma e come se ne scrive uno?
Spiegartelo sarebbe scomodo. Senti: Salgari scriveva sebbene si sentisse stanco, spossato; sarebbe stato sconveniente smettere. Scrivere significava stipendio. Sostanzioso? Sufficiente, semmai. Sopravviveva sviluppando soprattutto storie su Sandokan; si sbizzarriva sfoderando sciabole, scimitarre. Si sfogava spegnendo senza sosta sigarette sulla scrivania. Si suicidò seguendo standard stranieri: stile samurai.
Quale è lo spunto dal quale è nato il libro? Forse da bambino desideravi scappare di casa, proprio come Giacomo?
Nelle sere d’estate, quando da piccolo andavo a dormire senza bacio della buonanotte (chissà cosa avevo combinato), con in braccio il mio drago di peluche guardavo fuori dalla finestra. Volevo volare fuori, mi sentivo in gabbia. Volevo vedere cosa accadeva in città, per capire se le cose o le persone si trasformavano in qualcosa di brutto. Non ho però mai provato a evadere, mi sono sempre arreso e rifugiato sotto la coperta leggera. E ora ho voluto prendermi una rivincita sui rimpianti. “Il drago non si droga” è la storia che ho sempre voluto vivere.
In che personaggio della storia ti immedesimi di più?
Mah, boh. Forse nel padre del ragazzo. Per la sua ritrosia ad accettare di essere diventato un adulto. (scriverò un tautogramma pure su Peter Pan, prima o poi).
Chi ha influenzato maggiormente la tua scrittura e la struttura dei dialoghi?
La vita. (che dribbling perfetto)
Si può operare una distinzione tra personaggi buoni e cattivi nel libro e chi è il vero protagonista della storia?
No, nessuna distinzione tra bene e male. Penso che se avessi incontrato Hitler una sera in birreria, senza sapere chi fosse, lo avrei trovato magari simpatico. Soprattutto se mi avesse offerto da bere. Lucrezia, la spacciatrice di eroina del mio libro, è cattiva quando occorre. È però gentile e affettuosa in altri contesti.
Un unico vero protagonista nel romanzo non c’è. Ma spero che Lucrezia sia il personaggio a cui i lettori si affezionano di più.
Che ruolo ha il drago?
Fare pubblicità a Gardaland. Mi hanno riempito di soldi perché infilassi il drago Prezzemolo nella mia storia.
Quale sarà la tua prossima tappa?
Dopo Firenze andrò a Torino, in coincidenza col Salone del Libro.
Questa rubrica si chiama “Il libro sul comodino”. Quale libro c’è sul tuo?
Ehm, sul mio comodino c’è il Kindle. Se i lettori si accontentano di sapere cosa sto leggendo, ecco qui: “American Gods”, di Neil Gaiman.