Sono convinto che ci sia una legge non scritta a regolare, in maniera inversamente proporzionale, gli anni del lettore con il numero di pagine del libro che stai leggendo: più invecchi più apprezzi i libri di spessore ridotto. Questo è il primo motivo per cui ho amato Il primo inganno; Il secondo motivo è perché Brenno Sandrelli, il protagonista, è un geometra, e avendo io insegnato per 35 anni ai geometri, sono rimasto particolarmente affezionato a questa categoria;

“Io, Brenno Sandrelli , di anni quaranta –portati bene- un diploma di geometra e tre esami all’università nel cassetto, con un lavoro mediocre e insoddisfacente, una moglie distratta e pochi legami d’altro genere, viaggiavo attraverso lo spazio limitato della mia esistenza , sicuro di non poter raggiungere alcun obiettivo lontano e nemmeno di poter lanciare un segnale che dicesse al mondo :”sono qua, guardatemi, ascoltatemi”.

Brenno è un perito assicurativo che nel tempo libero si trasforma in detective privato in nero. E come nelle migliori tradizioni dell’investigatore privato italiano il suo ruolo è quello di investigare sui presunti tradimenti di mogli e mariti. Non a caso lui si definisce il private eye dei poveri. Durante uno di questi appostamenti vede qualcosa che cambierà la sua vita ma anche darà un senso alla sua sopravvivenza.

Brenno è chiaramente un antieroe, non ha le fisique du role, del perfetto duro alla Marlowe, ma si dimostra un vero segugio quando, in base al suo intuito, intraprende una propria indagine personale,  consapevole della quantità di guai e di pericoli per la sua vita che questa scelta gli comporterà.

“Davanti al male un uomo non può esitare, ma deve scegliere se agire o restare per sempre nell’ombra”

Il primo inganno, a dispetto della sua mole letteraria ridotta, è un piccolo gioiello, dove ogni cosa si incastra perfettamente nell’ingranaggio del noir d’autore. Colpi di scena inaspettati, apparenze che ingannano , suspense alta fino all’ultima pagina in un finale per nulla scontato.

La sapiente regia dell’autore accompagna il lettore in una complicità narrativa pagina dopo pagina in un crescendo di adrenalina fino all’epilogo, seguendo un percorso circolare  appassionante  dove inizio e fine si legano tra di loro come capita nei veri classici di questo genere.

L’inganno è un po’ il filo conduttore del libro, sembra quasi che i rapporti tra le persone siano condizionati sempre dalla paura dell’inganno; le cose non sono mai quelle che sembrano e a svelarle non basta a volte neanche l’ultimo dei romantici, Brenno Sandrelli, capace  di cavalcare un’idea fino in fondo crogiolandosi, grazie anche a una feroce ma gradevole autoironia, nella sua vocazione di fallito.

Chiudiamo consigliando vivamente questo romanzo, decisamente geniale,   a tutti coloro che amano questo genere, assicurandoli che: il primo inganno non si scorda mai!!!

Ma poiché “Il secondo è più bello ancora”  non ci resta che aspettare il secondo inganno.

Autore: Riccardo Landini
Titolo: Il primo inganno
Editore: Edizioni Cento Autori
Anno: 2016