Ho letto con particolare immedesimazione Montecristo di Martin Suter, best seller in Germania, Austria e Svizzera (paese nel quale è ambientato il romanzo) e pubblicato in Italia nel 2016 da Sellerio.
Il motivo è presto detto: sono stato attirato dal titolo, perché Il Conte di Montecristo è nel pantheon dei miei libri preferiti. E poi perché il protagonista, Jonas Brand, è un giornalista (come me da vent’anni!), un videoreporter per la precisione.
In verità l’aspirazione di Brand è quella di diventare regista. La sua sceneggiatura, Montecristo, ispirata in chiave moderna alle vicende di Edmond Dantes, scritta in dodici ore, langue da sei anni in fondo ad un cassetto, senza finanziamenti o produttori che credano nel suo successo. È per questo che Brand tira avanti realizzando piccoli reportage, in particolare per un rotocalco popolare. Un ripiego, ma che gli permette di stare nel giro dei media è di non rinunciare definitivamente al suo sogno. Quello che capita sotto i suoi occhi diventa spesso oggetto di riprese con una piccola videocamera, nell’attesa e nella speranza che possa essere mandato in onda.

Lo stesso avviene per un incidente ferroviario, che lì per lì sembra un suicidio. Qualche ripresa, qualche intervista ai pendolari che sono su quel treno, ma niente che meriti un servizio in televisione. Una serie di incontri e di strani accadimenti fa però tornare in mente a Brand quell’incidente: in particolare il ritrovarsi con due banconote vere (secondo tutti gli esperti consultati) ma con lo stesso numero di serie. Eventi all’apparenza distanti assumono all’improvviso i contorni di una una vicenda unica e molto complessa. A supportare questa convinzione è il parere di un vecchio amico di Jonas, un giornalista economico preparatissimo ma, per questioni familiari, ormai in declino.

Il dipanarsi della ricerca porterà Brand a scoprire intrecci ad altissimi livelli, sette segrete, connivenze insospettabili nel mondo finanziario e bancario elvetico. E proprio mentre il piccolo videoreporter di provincia è alle prese con un caso che potrebbe cambiargli la vita (e fare vacillare l’economia di tutto il mondo, visto il ruolo della Svizzera nelle piazze finanziarie), il progetto di Montecristo ottiene una improvvisa accelerazione, con un finanziamento milionario. Jonas Brand si ritrova davanti ad un bivio? Fare il colpo giornalistico della vita o realizzare il sogno cullato per anni? E soprattutto, questa incredibile situazione è frutto del caso o fa parte di un disegno ancora più grande?
Nessuna parola in più sulla trama, per non togliervi la sorpresa (che alla fine arriva).

Lo stile di Suter è asciutto e diretto (emerge con forza la sua carriera di sceneggiatore televisivo). Sembra – e non è detto in modo denigratorio o ironico – di seguire una puntata dell’ispettore Derrick: pochi fronzoli, molti, moltissimi particolari in una trama complessa ma non contorta. Nonostante l’ambientazione “ostica” (il mondo dell’alta finanza, delle banche, dei derivati e dei trader) Suter riesce a essere convincente.

Autore: Martin Suter
Titolo: Montecristo
Editore: Sellerio
Anno: 2016