«Pezzettino è in cerca della propria identità. È talmente piccolino, infatti, in confronto ai suoi amici – tutti grandi e grossi, capaci di volare, nuotare, arrampicarsi – che si convince di essere un pezzetto di qualcun altro. Così comincia una ricerca che, alla fine, lo porterà a esclamare al colmo dello stupore e della felicità: “Io sono me stesso!”»

Negli ultimi quarant’anni la storia di Pezzettino ha appassionato milioni di bambini, insegnando loro che non devono assomigliare a qualcun’altro a ogni costo, ma vanno bene così come sono, cosa non da poco in una società che tende all’omologazione.

Eppure da settembre i bambini delle scuole veneziane non potranno più leggere “Pezzettino” di Leo Lionni, che è improvvisamente diventato, secondo la circolare del neo-sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, un libro “gender” e in quanto tale deve, insieme ad altri 49 titoli, essere ritirato dalle scuole.

Nel 2015 c’è chi ancora teme la parola scritta e tenta in modi più o meno autoritari di farla tacere. Già, perchè leggere permette di essere liberi, di vivere mille vite, di viaggiare con la fantasia e di comprendere che il mondo non si limita al nostro piccolo pezzettino di universo.

Un lettore è un individuo libero e questo fa paura – anche se ha solo tre anni. Per fortuna il mondo è pieno di lettori che non restano immobili innanzi a queste iniziative. Genitori, scrittori, insegnanti e comuni cittadini, nonostante il tentativo del sindaco di rivedere parzialmente la propria posizione, hanno dato vita in tutta Italia a iniziative a favore della libertà di lettura e dei 50 libri banditi, da campagne Facebook a letture a voce alta.

Ieri, 14 luglio, gli scrittori Andrea Valente e Matteo Corradini hanno recapitato alla segreteria del sindaco una lettera firmata da 263 scrittori, illustratori e autori, chiedendo semplicemente:

«Signor sindaco, cortesemente bandisca anche i nostri libri. Non vogliamo stare in una città dove vengono banditi quelli di altri».

I bambini quando nascono non hanno alcuna concezione delle differenze, non sanno cosa sia il razzismo, l’omofobia, il sessismo. Sono gli adulti e la società in cui vivono a renderli consapevoli delle disuguaglianze, quindi per favore, non uccidete la libertà di lettura.

Non ci resta che condividere ciò che ci ha detto al Salone del Libro di Torino il direttore di Rai Radio 3, Marino Sinibaldi, ideatore della storica trasmissione radiofonica Fahrenheit (un omaggio al celebre libro di Ray Bradbury, che proprio di libertà di lettura parlava), e cioè: “leggere è importante perché chi legge non si piega, matura un proprio punto di vista, conserva un’indipendenza che è sempre stata difficile conservare”.