Il Dottor Zivago di Boris Pasternak, poeta e traduttore russo, approda nel panorama editoriale italiano ancora prima di quello dell’ex Unione Sovietica. Il romanzo narra le vicende di un medico russo che, nel pieno della Rivoluzione d’Ottobre, si trova diviso tra l’amore coniugale per la moglie e quello ardente e passionale per la crocerossina Larisa Antipova.
Essendo stata la sua opera dichiarata controversa dal regime sovietico, Boris Pasternak riesce a mettersi in contatto con la casa editrice Feltrinelli per vedere il suo sogno realizzato e così, nel 1957, il Dottor Zivago viene pubblicato in anteprima mondiale in Italia.
Da qui inizia il giallo di Biagio Goldstein Bolocan, che proprio con Feltrinelli pubblica “Il traduttore” e ci riporta nella Milano degli anni ’50, dove il vicecommissario della omicidi Ofelio Guerini si trova a dover risolvere un caso che risveglia in lui forti sentimenti per la Russia comunista.
Feltrinelli è in procinto di pubblicare Pasternak e il traduttore al quale è stata commissionata la traduzione viene trovato morto; il manoscritto quasi ultimato sparisce al ritrovamento del corpo.
“Il traduttore maneggiava materiale scottante. Per quanto sia incredibile un libro, un banalissimo libro, ha deciso la sua sorte. Guerini quasi se ne compiace. In fondo, nella maggior parte dei casi indaga su omicidi che hanno come movente il denaro, un debito non pagato, un’eredità contesa, un bottino non spartito, non la paura di qualche folle, ingenuo e visionario, per una storia di fantasia”.
Da un fatto realmente accaduto, Biagio Goldstein Bolocan costruisce con abilità una storia di finzione che si tinge di giallo, animata dalla presenza del protagonista che, oltre a essere un investigatore meticoloso, dedito e idealista, è prima di tutto un uomo riservato, sempre alla ricerca della verità e con la passione per la politica e per il buon cibo.
“Guerini è un altro tipo d’uomo; mangia perché assaporare le pietanze di sua moglie o di quel pirla di Gianfranco è un atto di comunione mistica con la natura e con la storia, cioè con l’impareggiabile maestria umana, maturata nel corso dei millenni, di manipolare gli elementi naturali trasformandoli in deliziosi doni per il palato”.
Oltre al lato investigativo dell’intreccio, l’autore descrive e analizza con maestria il lato umano dei personaggi, che spesso sfocia nella drammaticità di un’esistenza fatta anche di sentimenti repressi, incomprensioni coniugali e amori non corrisposti. Maria, moglie di Ofelio Guerini, ad esempio incarna l’ideale di moglie saggia e premurosa, ma anche di donna ambiziosa a livello lavorativo e desiderosa di esperienze più disinibite a livello sessuale.
Consigliamo “Il traduttore” agli appassionati di gialli e a quelli di letteratura russa, a coloro che desiderano un romanzo con una lettura lineare e articolata allo stesso tempo, per le descrizioni impegnative e introspettive dei personaggi.
Autore: Biagio Goldstein Bolocan
Titolo: Il traduttore
Pagine: 252
Editore: Feltrinelli
Anno: 2017