“Non è il mezzo attraverso cui passano le storie a essere importante, ma le storie stesse, qualsiasi forma prendano” è una citazione di Niccolò Ammaniti.

Robert Louis Stevenson scrisse che “l’arte dello scrivere consiste nel cancellare, cancellare, cancellare”, mentre Giacomo Leopardi sosteneva che “non basta che lo scrittore sia padrone del proprio stile. Bisogna che lo stile sia padrone delle cose”.

Frasi sull’arte della scrittura ce ne sono in grande quantità e sono tante quanti i grandi scrittori del passato. Quelli che amiamo, che decantiamo ai nostri amici, che difendiamo come impavidi avvocati della parola scritta.

Ho assistito alla presentazione del libro di Sibyl von der Schulenburg, “Ti Guardo” e quando la scrittrice ha accennato ai presenti la sua attività di scouting nei confronti dei giovani autori, ha rivelato che questi sono ancora legati a uno stile “barocco”, farcito di avverbi e aggettivi.

Aspirante scrittrice lo sono anch’io e permettetemi di dire che Sibyl von der Schulenberg ha perfettamente ragione. Bazzico nell’ambiente della scrittura creativa da parecchi anni, con alti e bassi e, tra DVD della Scuola Holden, laboratori pomeridiani con insegnanti carichi di conoscenza e passione e tentativi di scrittura falliti (i miei), posso affermare con certezza che ciò che scarseggia è proprio l’ingrediente fondamentale: la lettura.

Leggere – nel modo giusto – è la chiave.
Se pensi di essere un lettore accanito, fidati, non lo sei. Devi essere saturo di storie, di personaggi schizofrenici, di epiloghi insoddisfacenti. Il tuo cervello deve implorare una tregua perché nemmeno se fosse un e-book reader riuscirebbe a contenere tutte le pagine che i tuoi occhi hanno scannerizzato.

Questo è il messaggio della collana in 12 volumi “La scuola del racconto” proposta dal Corriere della Sera e curata da Guido Conti, in edicola ogni mercoledì dal 6 novembre a 6,90 Euro (è possibile acquistare i volumi anche online qui). “Da Cechov a Poe, da Kafka a Guareschi, imparare a scrivere dai grandi autori è semplice: basta leggerli nel modo giusto, scoprendo percorsi creativi e tecniche attraverso l’analisi guidata delle loro opere”.

Nel primo volume si parla di Anton Čechov, di cui io mi sono innamorata quando ho letto la “Signora con il Cagnolino”, un racconto più lungo di quelli che Conti prende come esempio, che sono “Lo Specchio Deformante”, “Un Uomo di Conoscenza”, “Il Grasso e lo Smilzo” e “Uno Scherzetto”.

A proposito di brevità, ritornando al discorso di Sibyl von der Schulenberg sullo stile pomposo di noi giovincelli, analizzando “Lo Specchio Deformante” Conti ribadisce l’importanza delle azioni: “Il Racconto breve, anzi brevissimo, non permette preamboli. Si entra subito nell’azione”.

Il curatore del volume non si ferma alle istruzioni che sono generalmente note ai più, ma si addentra anche sui particolari stilistici: racconta, ad esempio, che Čechov usa un tipo di frase ternaria per dar ritmo alla narrazione, per rendere le descrizione asciutte e intense allo stesso tempo.

Ricordo che alle superiori mi è stato detto di non usare mai la prima persona, a meno che tu non fossi Carlo Azelio Ciampi (Il Presidente della Repubblica di allora). Secondo Čechov non c’è affermazione più errata di questa: “…l’importanza della prima persona […] consente all’autore di mantenere e anzi di enfatizzare l’elemento di mistero”, scrive Conti.

Il manuale del Corriere della Sera si chiude con i racconti integrali analizzati nelle pagine precedenti, una bibliografia aggiornata sul mestiere della scrittura e su Čechov.

Tutti vogliono dispensare consigli su come scrivere, nessuno che però ci insegni a leggere nel modo giusto gli autori in grado di rivelarcelo. Ebbene, questo è uno dei manuali che ci prova, poi sta a noi lasciarci rapire dalla bellezza del racconto breve, del romanzo e di qualsiasi altro genere in grado di ispirare i nostri componimenti.

Da comprare. Chiedetene una copia al vostro giornalaio di fiducia.

A Cura Di: Guido Conti
Titolo: L’arte di Leggere con i Racconti di Anton Čechov
Casa Editrice: Il Corriere della Sera
Collana: La Scuola del Racconto