Se stai per metterti a leggere, evita. Tra un paio di pagine vorrai essere da un’altra parte. Perciò lascia perdere. Vattene, sparisci, finché sei ancora in tempo

Questo è l’avvertimento di Victor Mancini nei confronti del lettore che, incuriosito da titolo e quarta di copertina del romanzo di Palahniuk (Soffocare, Mondadori), si appresta a leggerne la prima pagina.

E’ vero, la trama è singolare: un uomo giovane, cinico e sesso-dipendente, fallito come studente di medicina, ogni sera finge di soffocare nei ristoranti di lusso della città per farsi salvare dal primo uomo magnanimo presente in sala. Lo scopo di Victor è quello di instillare nell’animo del suo salvatore un sentimento di forte pietà, che porti l’uomo o la donna a sentirsi in obbligo di inviargli periodicamente dei soldi; soldi che Victor utilizza per pagare la costosissima casa di cura dove è ricoverata la madre ormai prossima alla morte.

Questo è l’intreccio che viaggia in superficie, che attira il lettore. La vera anima del romanzo, però, risiede in un tema molto semplice quanto attuale ovvero l’egocentrismo dell’uomo moderno. 

Victor è un ragazzo di quasi trent’anni che incolpa la madre per il suoi fallimenti come studente, come uomo e amante. Una madre “hippy” con gravi disturbi mentali che negli anni aveva ricevuto continue denunce per atti vandalici, furti e aggressioni in pubblico. Con la madre continuamente in carcere, Victor si è visto costretto a passare da una famiglia adottiva all’altra, senza riuscire a sviluppare quell’autostima e sicurezza di sé necessari per affrontare l’età adulta.

Palahniuk dedica una buona parte del romanzo, attraverso dialoghi fatti di frasi brevi, parole taglienti e toni ironici, a Victor e alla sua continua ricerca di un equilibrio tra il sentimento di puro odio nei confronti della madre pazza ed egoista e il disperato bisogno di quell’amore materno che gli è sempre mancato. Una lotta interiore tra la voglia di ucciderla e la speranza che, continuando a pagarle le cure, lei viva abbastanza per dirle quanto in realtà gli vuole bene.

Una crisi che sublima con sesso, misoginia e inganno nei confronti del prossimo. Quello stesso imbroglio che architettava la madre per indurlo a partecipare ai suoi singolari atti di protesta contro la società; uno schema che anche lui, ogni sera, ripropone all’ora di cena per raccogliere affetto e qualche spicciolo da sconosciuti.

Egocentrismo e complesso di inferiorità viaggiano mano nella mano in questo libro e nella vita. Le metafore che Palahniuk utilizza in questo romanzo sono limpide, arrivano dritte all’inconscio del lettore, anche grazie alle immagini forti, a tratti scabrose e spinte, tipiche del suo stile.

Nell’era di Facebook e dei selfie, leggere le pagine di questo romanzo farebbe bene a tutti. A prescindere da questo, lo consiglio assolutamente.

Autore: Chuck Palahniuk
Titolo: Soffocare
Titolo originale: Choke
Editore: Mondadori
Anno: 2001