Il secondo capitolo della rubrica Donne e Letteratura è dedicato ad una figura femminile di grande fascino e mistero: Fred Vargas.

Celeberrima in Francia – e non solo – per i suoi romanzi gialli (editi in traduzione da Einaudi), Fred Vargas è lo pseudonimo dell’archeologa e storica, esperta in medievistica, Frédérique Audouin-Rouzeau. Due donne in una, verrebbe da pensare. La studiosa (più precisamente, ricercatrice di archeozoologia) e la scrittrice. Il tema del doppio sembra essere confermato anche da una curiosa nota biografica: Fred (diminutivo di Frédérique) sceglie il cognome Vargas come la sorella gemella, la pittrice il cui nome d’arte è Jo Vargas. Chi è, dunque, Fred Vargas?

Di fronte a tale domanda non si può dimenticare che, in fondo, gli pseudonimi servono soprattutto a rivelare celando, a costruire sagome in cui far abitare vari sé, che prendono forma in un altro. Ma non solo: i personaggi, protagonisti delle storie che Fred Vargas racconta, sembrano staccarsi come tanti filamenti dall’immaginario dell’autrice stessa, restituendone così una caleidoscopica immagine in continuo mutamento. Questa impressione arriva forte e chiara anche dal primo libro della serie di polizieschi dedicato all’ispettore Adasmberg e al suo vice Danglard, L’uomo dei cerchi azzurri.

La storia ruota attorno a una strana e apparentemente innocua vicenda: per le strade di Parigi compaiono cerchi tracciati sul marciapiedi attorno ad oggetti di ogni tipo, accompagnati da una scritta sibillina «Victor, Malasorte, il domani è alle porte». Uno scherzo, una moda, o forse, come sospetta il commissario Adamsberg appena trasferito nel quinto arrondissement, qualcosa di inquietante che vale la pena di investigare. Quando racchiusi dai misteriosi cerchi azzurri compariranno dei cadaveri saranno i fatti a dar ragione ad Adasmberg, i cui metodi bizzarri fanno breccia nelle simpatie dell’alcolista cartesiano Danglard lasciando invece piuttosto esterrefatto l’intero commissariato.

Mentre assistiamo al dipanarsi progressivo del caso, sono soprattutto i personaggi a catturare la nostra attenzione. Mathilde la famosa zoologa che per hobby segue sconosciuti nella metropolitana. Il cieco bello dall’humor nero e dissacrante nei confronti di chiunque provi compassione per la sua condizione. Clémance, l’arzilla attempata che passa da un appuntamento al buio all’altro per trovare un compagno… Gli stessi Adamsberg e Danglard, di cui Vargas con poche decisive pennellate descrive lievemente la solitudine. Dunque il caso è inscritto qui, nei suoi personaggi. I personaggi sono la chiave della storia. E curiosamente tutti sembrano in qualche modo parlare la stessa lingua, comprendersi quando è il mondo intero a non comprendere loro. Attraverso le loro storie finiamo catapultati in un universo frutto di una mente scientifica, rigorosa, di una personalità che tiene fermamente al metodo. L’unico in cui possiamo davvero provare a rispondere alla domanda: chi è Fred Vargas?

Autore: Fred Vargas
Titolo: L’uomo dei cerchi azzurri
Titolo originale: L’homme aux cercles bleus
Traduzione: Yasmina Melaouah
Editore: Einaudi
Anno: 2007